Genova. “Non è importante da dove arrivino i soldi, è importante che i soldi arrivino. Sarà mio compito pungolare tutto il governo per far capire quanto quest’opera sia necessaria non solo a Genova, ma a tutta l’Europa“. È la promessa di Alessandro Morelli, viceministro delle Infrastrutture del governo Draghi, ricevuto oggi dal presidente del porto Paolo Emilio Signorini che ha chiesto i 200 milioni mancanti per il primo lotto della nuova diga foranea.
“Sono fiducioso che sarà così perché l’impianto progettuale è molto solido – ha commentato Signorini a margine dell’incontro a palazzo San Giorgio con il deputato Edoardo Rixi e l’eurodeputato Marco Campomenosi -. Se non avessimo un progetto pronto sarebbe più difficile per il Governo puntare su un’iniziativa così onerosa. L’ultimo atto di questo governo è confermare l’impianto commissariale. Tutti questi segnali mi fanno pensare che si impegnerà per la copertura finanziaria”.
Per la nuova diga del porto di Genova il governo Conte bis aveva inserito 500 milioni nella bozza del recovery plan. Altri 250 milioni li metterebbe la stessa Autorità portuale attraverso indebitamenti, ma per far decollare il primo lotto, che da solo cuba ben 950 milioni, servono altre risorse. Che potrebbero essere individuate nel recovery fund o in altre fonti di finanziamento. “Lavoreremo perché arrivino con qualunque formula. L’importante è far capire a tutti quanto sia prioritaria quest’opera – prosegue Morelli – poi ognuno si prenda le proprie responsabilità“.
Una chiosa sibillina che rimanda al rischio, già paventato dal Governo, che altri Paesi possano contestare questi finanziamenti poiché in grado di favorire traffici in competizione con la stessa Ue. “Per questo dovremo segnalare sempre, in ogni sede, che questa non è un’operazione per Genova ma per l’Europa – prosegue Morelli -. Se noi stiamo realizzando dorsali per il trasporto delle merci, poi queste merci devono arrivare. Non è possibile, viste le precise indicazioni che abbiamo avuto oggi dai tecnici della Capitaneria di porto sulle necessità del gigantismo navale, non essere aperti al mercato. È come se noi regalassimo la diga al Centro Europa”.
Per completare il progetto servirebbero poi ulteriori 350 milioni che al momento non sono neppure all’orizzonte. “Ma il primo lotto porterebbe già grandi benefici – osserva Signorini -. I fondi mancanti avremo tutto il respiro per reperirli. L’intenzione certamente è queella di completarla tutta”.