Genova. Un emendamento “blindato” al decreto Sostegni: questo il nuovo blitz per cercare di restituire o comunque assegnare a Genova gli 88 milioni di euro “avanzati” dalle risorse a disposizione nell’ambito della ricostruzione del viadotto Polcevera. Lo presenterà la Lega, primo firmatario il deputato Francesco Bruzzone, e la speranza è che – dopo i tentativi andati a vuoto in passato – questa possa essere la volta buona.
Ad annunciare l’iniziativa di modifica legislativa parlamentare il deputato leghista Edoardo Rixi. “Vedremo le forze politiche favorevoli e quelle contrarie, credo che verrà votato all’unanimità perché è un tema che deve unire e non dividere – ha dichiarato a margine del sopralluogo sotto il nuovo viadotto Polcevera con il viceministro al Mims Alessandro Morelli, il governatore Toti e il sindaco Bucci – si è fatto un grande lavoro, tutti insieme e con diversi governi, e chiudere dando la possibilità di rilanciare la Valpolcevera e dare agli abitanti un miglioramento qualitativo e occupazionale di quest’area sia un obiettivo importantissimo”.
“Si tratta di un’opera – ha sottolineato lo stesso Morelli – che punta a capovolgere l’immagine attuale della Valpolcevera. Un elemento simbolico e manifesto di una ricucitura urbana tra le due sponde della vallata. Proprio per questo sono certo che, al di là delle divergenze partitiche, il tema avrà sicuramente parere unanime da tutte le forze”.
Nei mesi scorsi, a più riprese, il sindaco e commissario Marco Bucci ha fatto pressione sul governo – quello Conte e quello Draghi, con i relativi ministeri – per poter avere quelle risorse. “Ogni giorno mi alzo e li chiedo”, ha ribadito anche oggi ricordando che il progetto per il Parco del Polcevera è in fase di progettazione esecutiva e vicino a quella definitiva. Nulla di fatto. Di qui, il tentativo dell’emendamento.

“Abbiamo deciso di fare così perché è l’unico modo di anticipare i tempi e arrivare puntuali al cronoprogramma che il sindaco ha fatto e che condividiamo – continua Rixi – Questi soldi sono in disponibilità, se dovessero tornare nella contabilità generale dello Stato probabilmente ci vorrebbero diversi anni per ottenerli”.
Nel dicembre scorso l’ultima richiesta formale da parte di Bucci, che avrebbe voluto trasferire quegli 88 milioni di euro direttamente sul conto del Comune di Genova, era stata respinta dalla ragioneria dello Stato che ha contestato sia la finalità non chiara di quell’operazione sia la possibilità che i soldi non debbano ancora servire per ciò a cui erano destinati in origine (ricostruzione e risarcimenti).
Da dove vengono i soldi. Gli 88 milioni sul piatto, suddivisi in tre tranche, da 10, 25 e 53 milioni: i 10 + 25 milioni sono ascrivibili, secondo l’emendamento come “economie di spesa”. 10 milioni erano quelli che, in base al Decreto Genova, sarebbero stati destinati all’acquisto o esproprio delle aree delle aziende nella zona rossa, soldi che però Autostrade ha versato direttamente alle imprese. Anche i 25 milioni, stanziati per l’indennizzo delle imprese che avevano perso le proprie attrezzature nel crollo nel caso non ci avesse pensato il concessionario, sono invece stati versati da Autostrade in cambio di un accordo tombale. Quindi questi 35 milioni, di fatto non spesi dal commissario, sono comunque stati coperti.

Più complesso il discorso relativo ai 53 milioni, che riguardano i 60 milioni (20 milioni per tre anni) che il governo metteva a disposizione del commissario per fare comunque partire i lavori del ponte. Di questi soldi, 7 milioni sono stati utilizzati per i ristori dei cittadini della “zona arancione”, ovvero gli interferiti dai cantieri del nuovo viadotto, ma il resto non è stato utilizzato.
A questo punto la speranza è che invece l’emendamento della Lega al decreto Sostegni possa sbloccare definitivamente la situazione. Il “tesoretto” sarebbe di primaria importanza sia per mettere al sicuro il futuro parco del Polcevera ideato dall’architetto Boeri sia anche per altri grandi progetti destinati alle imprese, ai servizi e alla viabilità della vallata attraversata dal ponte San Giorgio e, quindi, alla città.
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