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Nasce la Super Lega di calcio ed è il caos: ecco la nuova competizione, tra fascino e contraddizioni

Nella notte è arrivato l'annuncio: 12 club coinvolti, comprese Inter, Milan e Juve. Fifa, Uefa e leghe nazionali al contrattacco

Calcio soldi

Mondo. Dalla prossima stagione il rischio concreto sarà quello di non vedere Juventus, Inter e Milan (e forse non solo) prendere parte al campionato di Serie A. Ne è nato il caos e non potrebbe essere altrimenti. Ieri uno tsunami di dichiarazioni e di notizie ha letteralmente travolto il mondo del calcio. Ma cosa succede?

Prima di arrivare a spiegarlo è necessario riavvolgere il nastro tornando proprio a ieri, quando autorevoli testate giornalistiche dal mondo, non solo sportive, hanno iniziato a lanciare quella che, inizialmente, nel pomeriggio, appariva solo come un’indiscrezione, che in breve tempo ha preso sempre più corpo, trasformandosi in una vera e propria bomba per il mondo del calcio: “Dodici squadre sono pronte alla rivoluzione, sta per nascere la Super Lega europea”.

I CLUB COINVOLTI TRA “FONDATORI” E “INVITATI”

Sono 12 i prestigiosi club europei che hanno annunciato congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori.

AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur hanno tutti aderito in qualità di Club Fondatori. Ma è previsto che altri club aderiranno prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile: si tratta di altri 3 club che dovrebbero rientrare tra i fondatori (le voci parlano di PSG, Bayern Monaco e Borussia Dortmund) e di altri 5, ribattezzati “Club Invitati” (selezionati ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente).

FORMULA E AVVIO

Come detto in precedenza, dovrebbero essere 20 i club partecipanti, con partite infrasettimanali che vedranno coinvolti tutti i club partecipanti che continueranno anche a competere nei loro rispettivi campionati nazionali (Uefa e Fifa permettendo, e tra poco capiremo perchè).

L’avvio della nuova Super League sarebbe previsto a inizio agosto, con i club partecipanti suddivisi in 2 gironi da 10 squadre, che giocheranno sia in casa che in trasferta e con le prime 3 classificate di ogni girone che si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale.

Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti. Il formato a eliminazione diretta, giocato sia in casa che in trasferta, verrà utilizzato per raggiungere la finale a gara secca, prevista a fine di maggio in uno stadio neutrale.

GLI INTROITI

Inutile girarci intorno, anche se questo significa chiudere in un cassetto il romanticismo da sempre legato al calcio e allo sport in generale: la realtà è una soltanto, ovvero che la Super Lega nasce principalmente per garantire ai club coinvolti introiti importanti, da capogiro, necessari, in particolare in questo momento di crisi legato alla pandemia, per evitare il fallimento di alcuni.

Nulla è ancora ufficiale, ma le cifre che si vociferano in relazione alla Super League sono davvero significative e mai viste prima: si parla addirittura di 5 miliardi di euro (secondo indiscrezioni, dietro ci sarebbe anche la potentissima banca americana JP Morgan) da spartire tra i club, ognuno dei quali dovrebbe avere fondi minimi garantiti all’ingresso (qualcuno parla di 350 milioni di euro a società, altri addirittura di 490 milioni). E anche alcune emittenti televisive si sarebbero già dette interessate al progetto, anche se i diretti interessati (per ora Dazn) per ora hanno voluto smentire le notizie.

LE REAZIONI

Scetticismo ed ironia, questi i primi atteggiamenti adottati da alcuni nei confronti di una notizia che sembrava quasi essere priva di fondamento, diventata però maggiormente credibile nel pomeriggio e concreta in serata.

La Uefa e le federazioni interessate infatti, con il supporto della FIFA, hanno scelto di condannare a prescindere quella che appariva come una scellerata bozza, assicurando di applicare pene severissime accompagnate da cause milionarie nei confronti dei club che avessero pensato di aderire a tale progetto.

E non sono mancate anche prese di posizione da esponenti politici di spicco quali Enrico Letta, Emmanuel Macron e Boris Jonhson, che si sono uniti al coro appunto dei massimi organi del football europeo, ma anche ad esempio di alcuni ex tra allenatori e calciatori, tutti con un unico obiettivo: osteggiare e possibilmente bloccare sul nascere una proposta considerata lesiva per i principi dello sport stesso. 

Emblematiche, ad esempio, le parole di Gary Neville, ex capitano e bandiera del Manchester United, che si è detto “disgustato dalla situazione e deluso dalla sua ex squadra in primis”, ha definito la creazione della Super Lega un “atto criminale” e he chiesto “pesantissime sanzioni, sportive ed economiche, ai club coinvolti, già a partire da questa stagione”.

Altri ancora hanno paragonato il tutto ad un “colpo di stato, una guerra dichiarata dai potenti al sistema stesso per favorire i propri interessi”. Ma nessuno sembra aver dato il giusto spazio ai supporter. Anima di qualsiasi sport, la maggior parte degli appassionati tuttora stenta a credere a ciò che è successo. 

CONCLUSIONI

Da una possibile notizia senza fondamento, la Superlega è diventata in poche ore un tema di confronto e dibattito. I club allora nella notte sono usciti allo scoperto. Niente più “Davide contro Golia” e addio al sogno di poter alzare al cielo la Champions League, con la propria squadra del cuore se non facente parte della nuova e “innovativa” Superlega: ipotesi sempre più concrete con il passare del tempo.

La Super League appare come un’oasi per paperoni, e si traduce per alcuni in una vera e propria guerra dichiarata non solo al sistema calcio, ma ai principi fondanti della meritocrazia e della rappresentanza stessi. “Per quale motivo l’Atalanta dei miracoli o il Leicester dei sogni non dovrebbero poter partecipare a causa del patrimonio minore?” E ancora, “per quale ragione tutto questo è stato tenuto nascosto fino ad ora senza tentare di aprire una consultazione con gli organi competenti?” Questi i commenti più gettonati sui social, con alcuni che però sono andati oltre.

Sicuramente oggi al vertice convocato dall’Uefa se ne vedranno delle belle, molti parlano già di una controreazione con l’applicazione delle penalità previste. Questo ovviamente non comporterebbe dei punti in meno in classifica, ma sanzioni pesantissime (si parla di una causa da oltre 50 miliardi di euro) e l’esclusione da tutte le competizioni FIFA e Uefa (compresi quindi i campionati nazionali) delle compagini interessate, con i calciatori di queste ultime che non potrebbero nemmeno più essere convocati dalle proprie nazionali.

Ma, va specificato, lo scenario che parla di esclusione dei top club coinvolti nella Super League da competizioni nazionali ed europee, così come quella dei rispettivi calciatori dalla nazionali, appare quantomai improbabile: se così dovesse essere tutte le altre competizioni diverse dalla Super Lege perderebbero di appeal, ridimensionandosi pesantemente sia dal punto di vista del valore sportivo sia da quello degli introiti, che crollerebbero vertiginosamente, in un periodo già economicamente disastroso, che vede numerosi club a continuo rischio di default.

Insomma, il terremoto e forse la guerra nel mondo del calcio sono partite, ma siamo ancora solo all’inizio. Nessuno conosce l’epilogo di una storia che appare come tremendamente intricata, ma una cosa è certa: il football come lo conoscevamo fino ad oggi, lunedì 19 aprile, ha probabilmente cessato di esistere.

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