Genova. Dal Ministero della Cultura, direzione Archeologia, belle arti e paesaggio, arriva il parere favorevole al progetto di ricerca di minerali preziosi avanzato il mese scorso dalla Società Energia Minerals per la vasta area intorno al Monte Bianco, nelle valli Graveglia, Petronio, Gromolo e Vara dell’entroterra di Tigullio e Spezzino.
Il “via libera” arriva in calce ad una lunga relazione sulle ricadute in ambito archeologico e di paesaggio delle operazioni progettate: stando a quanto preannunciato dalla azienda mineraria, che fa capo alla multinazionale australiana Alta Zinc Ltd, infatti, in questa fase non ci saranno scavi o costruzioni di strade all’interno dell’area di ricerca, cosa che quindi non solleva obiezioni nel merito da parte dei tecnici ministeriali.
Nel documento sono però specificate due eccezioni: facendo riferimento all’ipotesi presentata in sede di progettazione di intervento dall’azienda, sarà forse necessario per affinare la ricerca di procedere allo scavo di piccole trincee con mezzi meccanici di piccole dimensioni, trasportati in loco senza l’apertura di nuovi passaggi. In questo caso la progettazione di ogni singolo intervento dovrà preventivamente essere condivisa con il Mibac in casi di siti dal già noto interesse archeologico, mentre in tutti gli altri casi sarà necessaria la presenza di tecnici archeologi per supervisionare gli scavi, visto che tutta l’area è considerata di potenziale interesse, viste le antichissime tracce di presenza umana.
Ma non solo: “Ad eccezione dei siti già soggetti a tutela archeologica dove vengono evidenziate fin d’ora forte criticità relative all’esecuzione di attività di sfruttamento minerario considerata l’alta sensibilità archeologica paesaggistica dell’intera area – si legge nel documento – qualsiasi eventuale ulteriore intervento ascrivibile di attività minerarie da effettuarsi nella fase successiva del programma di indagine qui valutato con interventi diretti sui beni culturali e paesaggistici e concrete attività di coltivazione mineraria di escavazione, sono considerati ad elevata criticità con riferimento allora compatibilità che i beni culturali e paesaggistici presente nell’area di argomento e dovranno pertanto essere oggetto di ulteriore specifica valutazione da parte di questa amministrazione”.
Dal punto di vista paesaggistico e di tutela del patrimonio archeologico, quindi, non sono state trovate condizioni ostative alla mera ricerca e al censimento dei minerali. Da qui a scavare, però, il passo potrebbe essere breve, per cui ogni passo successivo dovrà essere nuovamente valutato.
In altre parole, per quanto riguarda la tutela del patrimonio storico e paesaggistico, via libera alla ricerca, e se poi si vorrà aprire una miniera, si valuterà. La porta non è chiusa. Nel frattempo la procedure di Valutazione d’Impatto Ambientale procede: entro il 25 di maggio potranno essere presentate ulteriori valutazioni al progetto.