Genova. Ancora qualche ora di zona rossa, dopo questa tre giorni festiva con l’intero Paese in un semi lockdown, e poi anche la Liguria si prepara al ritorno del sistema dei colori. Con una differenza rispetto ad altre regioni: perché se è vero che comunque la zona gialla è sostanzialmente esclusa dai decreti governativi fino al 30 aprile, il problema è semmai che metà Liguria sarà già rossa – il savonese e l’imperiese – e che bisognerà sperare che la sommatoria di parametri tra incidenza, Rt e situazione negli ospedali non trascini tutta la regione, dalla prossima settimana, verso tonalità più intense.
Ma vediamo cosa cambia (e non cambia) a partire da domani, martedì 6 aprile.
In arancione si può uscire liberamente di casa (non serve autocertificazione) ma bisogna sempre restare all’interno del proprio comune di residenza. Deroghe per i piccoli comuni per cui è concesso uscire restando entro 30 chilometri. Negozi aperti. Bar e ristoranti lavorano solo con attività da asporto o delivery.
Seconde case ancora off limits: rimane in vigore fino a domenica 11 aprile l’ordinanza firmata dal governatore Toti che dispone su tutto il territorio ligure il divieto di raggiungere le seconde case e i beni assimilabili come barche o roulotte con il mantenimento in zona rossa.
Scuole: in Liguria la Dad sarà al 100% alle superiori almeno per tutta questa settimana, si vedrà poi dal 12 aprile. Nelle settimane scorse Toti aveva auspicato una ripartenza su vari fronti a partire da quello delle scuole ma bisognerà capire se invece non si sceglierà ancora una linea di cautela. Elementari e medie sono in presenza.
La dad riguarda le superiori statali e paritarie, oltre che la formazione professionale (IeFP), gli istituti tecnici superiori (Its) e i percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts). Esclusivamente nell’imperiese e nel savonese, il mantenimento della zona rossa fino all’11 aprile comporta la didattica a distanza al 100% anche per la seconda e la terza media (scuola secondaria di primo grado).
Da domani, 6 aprile, entrano in vigore le misure del decreto e quindi scatta l’obbligo vaccinale per medici, infermieri, farmacisti e tutti gli operatori della sanità che svolgono mansioni a contatto con il pubblico.
Viaggi. Non solo fino al 6 aprile – ma fino al 30 – chi torna da un Paese dell’Ue deve rimanere in quarantena per cinque giorni e può uscire soltanto dopo un tampone negativo. Lo ha stabilito un’ordinanza del ministero della Salute.
Inoltre Regno Unito, Irlanda del Nord, Austria e Israele tornano nell’elenco degli “stati sicuri”: questo significa che non sarà più obbligatorio rimanere in isolamento fiduciario per due settimane ma basteranno 5 giorni come per gli altri Paesi. La procedura per chi torna prevede inoltre il test negativo effettuato prima dell’ingresso in Italia, il già citato isolamento per 5 giorni: per tornare alla vita normale serve poi l’esito negativo di un altro tampone, antigenico (rapido) o molecolare.