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Gravina (Figc) difende Dal Pino: “Non è più accettabile una cosa del genere”

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Il presidente della FIGC Gabriele Gravina si è palesemente schierato in difesa del presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino dopo la richiesta pervenuta di dimissioni inviata da sette club di Serie A. Ecco le sue accorate parole: «Ho imparato a conoscere Paolo in un anno e mezzo di duro lavoro. È una persona onesta, determinata, capace e leale. Fatico molto nel riconoscerlo in quello che hanno scritto. Ma al di là dei contenuti, sui quali può rispondere meglio lui stesso, sono i toni e l’atteggiamento dell’ultimo periodo da stigmatizzare. Non è più accettabile che nel nostro mondo si privilegi una visione manichea dei rapporti istituzionali. Non ci si può dividere sempre su tutto e trasformare in nemico chi non la pensa come noi. Il mio obiettivo è contribuire a costruire un calcio (italiano) patrimonializzato e non indebitato, libero da ricatti e più maturo di quanto non lo sia stato in passato. È impensabile continuare a tollerare un livello di relazioni che, in alcune circostanze, trascendono persino la buona educazione. La mia Federazione riconosce rispetto a tutti i suoi interlocutori e pretende che gli venga riconosciuto lo stesso trattamento».

Questa dichiarazione ha fatto seguito alle aspre polemiche degli ultimi due giorni, scatenate dalla richiesta, da parte di 7 club di Serie A (Juventus, Atalanta, Fiorentina, Inter, Lazio, Napoli e Verona) delle dimissioni di Dal Pino.

Gravina ha poi precisato: “Costruire un calcio italiano patrimonializzato e non indebitato, libero da ricatti e più maturo di quanto non lo sia stato in passato. È impensabile continuare a tollerare un livello di relazioni che, in alcune circostanze, trascendono persino la buona educazione. La Figc riconosce rispetto a tutti i suoi interlocutori e pretende che gli venga riconosciuto lo stesso trattamento. Il mio approccio rimane lo stesso. Chi mi conosce sa che difendo gli interessi del sistema, come ho fatto durante la pandemia. La mia federazione ha a cuore le sorti del calcio italiano e ha intenzione di affrontare con il piglio giusto tutte le problematiche che lo affliggono per risolverle. Non si tratta di una caccia all’uomo. Chi vuole continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto resterà deluso. Chi denuncia una nostra ingerenza nella vita della Lega di Serie A continua a rifiutare un approccio di sistema. Io sono per una Lega di A forte, ma non lacerata dalle divisioni. È compito della Figc agevolare l’esercizio della democrazia in contrapposizione alla logica del veto perenne e dell’immobilismo disfattista. Nel periodo più difficile dal dopoguerra a oggi, la Federcalcio, con Dal Pino vicepresidente, ha supportato il sistema con impegno incessante. Abbiamo sostenuto finanziariamente le componenti, dalla serie B sino ai Dilettanti, e puntellato la Lega di A accogliendo quasi tutte le richieste di deroga giustificate dalla pandemia. Abbiamo, inoltre, perorato le istanze dei presidenti con il governo, ottenendo diversi risultati, soprattutto in materia fiscale. Se l’Italia è chiusa per il virus, non si può certo pensare di andare in controtendenza rispetto al Paese”.

Sulla questione dei fondi di investimento osteggiata dai sette club contrari a Dal Pino: “È una vicenda di cui non mi sono mai occupato e lo dico con forza. Come presidente federale sono stato e resto imparziale. Trovo per questo davvero disonesto, oltre che ridicolo, il bisbigliare di qualcuno sul fatto che il mio intervento sia mirato a accelerare la questione. Anche perché, in casi come questo, la maggioranza qualificata in Lega resterebbe valida”.

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