Genova. Potrebbe esserci un colpo di scena nella vicenda del raddoppio di Esselunga a Genova. Dopo l’ok del consiglio comunale alla modifica del Puc, a pochi giorni dal via libera della giunta regionale e alla vigilia della conferenza dei servizi sul tema, il Tar Liguria ha deciso di accogliere un ricorso presentato tempo fa dai commercianti del Civ Fronte del Porto – San Teodoro, un gruppo di negozi vicini al luogo dove dovrebbe sorgere il supermercato.
L’annuncio è arrivato dall’associazione di categoria Confesercenti, che ha seguito la battaglia dei negozianti di Sampierdarena. Il ricorso è contro l’annullamento della perimetrazione del civ stesso da parte del Comune avvenuto nel 2018.
Esselunga a sua volta si era opposta al ricorso del civ per vari motivi tra cui quello che, se la perimetrazione fosse stata nuovamente ampliata come effetto dell’annullamento da parte del Tar allora l’area stessa dove dovrebbe sorgere la grande struttura di vendita sarebbe sul territorio del consorzio di commercianti. Secondo i giudici amministrativi, però, questo sarebbe un effetto solo indiretto.
Domattina Confesercenti e i negozianti del Civ Fronte del Porto terranno una conferenza stampa per commentare la svolta giudiziaria e per fare alcune ipotesi sul futuro dell’area. Da capire anche se il Comune di Genova presenterà ricorso al consiglio di stato contro la sentenza del Tar.
Ricordiamo che su Esselunga a San Benigno pende anche un altro ricorso al Tar, presentato da Coop Liguria. Il concorrente numero 1 del gruppo lombardo della grande distribuzione contesta il fatto che il trasferimento della cooperativa Antonio Negro dalla sua sede storica all’interno del Terminal Traghetti sia avvenuto nel 1999, proprio per favorire lo sviluppo delle aree funzionali all’attività portuale. Tra Coop e Autorità Portuale è stato quindi stipulato un accordo, nel quale l’Autorità Portuale si è impegnata a non prevedere all’interno dell’area esercizi commerciali alimentari.
Gli atti di compravendita che si sono susseguiti nel corso degli anni, compresa la cessione delle aree dalla società Biasotti Group a Esselunga, sono pertanto vincolati a quell’accordo, la cui validità è confermata da una recente sentenza del Tribunale Civile di Genova del 2019. L’insediamento ipotizzato – secondo Coop – sottrae aree allo sviluppo dell’attività portuale e comporta un gravissimo impatto sulla viabilità di accesso ai varchi portuali.
Alla luce della sentenza del Tar il gruppo del Pd in consiglio comunale – che si era fortemente dichiarato contrario all’ipotesi della realizzazione del supermercato – chiede al Comune di sospendere la conferenza dei servizi convocata per domani, martedì 27 aprile alle 14e30. “La sentenza dimostra che quanto abbiamo denunciato in Consiglio Comunale era fondato – si legge in una nota del Pd – la magistratura amministrativa ha dichiarato l’illegittimità del procedimento seguito dal Comune, teso fin dal 2018 a consentire l’insediamento di una grande struttura di vendita alimentare a San Benigno laddove le norme non lo consentono”.
“La fretta con cui la più grande variante urbanistica di questo ciclo amministrativo è stata esaminata dal consiglio comunale è più che sospetta – proseguono i Dem – Era chiarissimo l’intento di rilasciare l’autorizzazione definitiva prima del pronunciamento della giustizia sul ricorso presentato dal CIV e da Confesercenti. Ora il Comune sospenda il procedimento, e torni finalmente a confrontarsi con i residenti e i commercianti di Sampierdarena”.
Sul caso anche il commento di Luca Pirondini, capogruppo M5s in consiglio comunale: “Come volevasi dimostrare: il Tar Liguria ha accolto il ricorso del Civ “Fronte del Porto” di San Teodoro contro il Comune sulla modifica per gli spazi della nuova Esselunga a San Benigno. Ecco cosa succede a non ascoltare. Avevamo più volte sollevato la questione e invitato la Giunta a non avere fretta e soprattutto a non escludere le tante categorie commerciali coinvolte, comprensibilmente preoccupate per la concorrenza di un gigante a due passi dalle loro attività”.
“Il Comune di Genova colleziona così l’ennesimo stop e non sarà certo l’ultimo. La Giunta ci ha preso un po’ troppo gusto a usare il pugno di ferro con le sue procedure d’urgenza, salvo poi dover fare i conti con la legge. Questa ostinazione a non voler condividere i percorsi costa cara a tutti: i ricorsi pendenti contro il Comune ormai non si contano più”, conclude.