Genova. L’estate scorsa, a causa della crisi generata dal coronavirus, un albergo su quattro tra quelli che hanno deciso di rimanere chiusi non ha mai più riaperto. È quanto emerge dall’indagine dell’osservatorio turistico regionale sull’impatto del Covid-19 sulle imprese turistiche liguri nell’estate del 2020, per comprendere come la pandemia abbia inciso sul comparto.
Nell’estate scorsa, nonostante le stringenti misure di sicurezza, molte strutture ricettive della Liguria hanno potuto aprire (quasi 9 imprese su 10 in alta stagione), dimostrando di avere le capacità economiche per adeguarsi ai protocolli di sicurezza. Il 70% delle imprese era infatti aperta nel mese di giugno, quota che sale all’87% in luglio e all’89,4% ad agosto, per scendere leggermente, all’88% delle imprese ricettive della regione nel mese di settembre. Le percentuali di apertura sono maggiori per il comparto alberghiero (in media l’86% delle strutture aperte a giugno e il 96% da luglio a settembre).
Le difficoltà che le imprese del turismo hanno dovuto affrontare sono state molte e tra le strutture che hanno scelto di non aprire nell’estate del 2020 la motivazione principale (per il 34,1% delle imprese intervistate), risiede nel numero troppo esiguo di prenotazioni per coprire i relativi costi di gestione e organizzazione dell’attività.
Se in genere per gli hotel i costi di adeguamento della struttura ai protocolli di sicurezza anti Covid-19 non sono stati un problema (nessuna impresa punta il dito su questo fattore tra le motivazioni di chiusura), lo sono stati per una struttura extralberghiera su cinque. Per il 12,5% degli hotel e il 7,8% delle imprese extralberghiere la ragione della mancata apertura è legata all’assenza di adeguati spazi delle aree comuni da adattare per essere in regola con le misure imposte dalle linee guida.
Ma ben il 25% delle strutture alberghiere contattate ha dichiarato di avere “chiuso definitivamente“. Una scelta indotta probabilmente dagli alti costi di gestione del personale a fronte di un numero di prenotazioni non adeguato. Migliore la situazione per l’extralberghiero, dove la gestione familiare ha permesso a molte strutture di resistere.
A livello provinciale, nel mese di giugno le strutture che registrano quote di venduto maggiori sono quelle delle province di Savona (25,6%), Genova (24,9%) e Imperia (24%), in luglio le imprese delle province di La Spezia (48,6%) e Savona (46,1%), in agosto e settembre le strutture in provincia della Spezia (73,9% agosto, 47,3% settembre) e di Imperia (70,3% agosto, 44,8% settembre).s=1