Sblocco

Covid, la bomba a orologeria degli sfratti: a luglio in esecuzione oltre 1400 pratiche

Il congelamento dei provvedimenti terminerà il 30 giugno. E in tutto il paese è allarme per una nuova emergenza abitativa

Genova. L’emergenza sanitaria continua a sferzare il nostro paese, accompagnata dalle prime avvisaglie di una crisi economica trasversale a praticamente tutti i settori, ma a preoccupare sono i risvolti sociali dei provvedimenti presi in questi mesi di decreti e sospensioni. La data cerchiata in rosso sul calendario è il 30 giugno, quando termineranno il blocco dei licenziamenti e il blocco degli sfratti.

Ma se nel primo caso da settimane è in corso un braccio di ferro tra sindacati, Confindustria e governo su eventuali proroghe o interventi compensativi, per la seconda le intenzioni dell’esecutivo sembrano ad oggi essere quelle di mantenere quel termine per riaprire alle esecuzioni di tutte quelle pratiche oggi ferme negli uffici dei tribunali. Una vera e propria bomba sociale che colpirà tutto il paese, e ovviamente anche Genova.

Sono infatti circa 1400 i provvedimenti esecutivi congelati che riguardano le case in locazione con inquilini morosi, atti che dal 1 luglio torneranno nuovamente in pendenza e che dovranno essere smaltiti il prima possibile, prima che l’effetto imbuto possa intasare la macchina giudiziaria. Un numero che è praticamente il doppio di quelle di un anno “normale”, dove a fronte di oltre 2000 richieste, tra abitazioni e spazi commerciali, in esecuzione andavano circa 600 pratiche solo per il settore abitativo.

I dati arrivano dal Tribunale di Genova, dall’ufficio di presidenza e dall’Unep della Corte di Appello di Genova e si fermano a febbraio 2021: il trend è di circa un centinaio in più al mese, e quindi non è da escludere che la cifra possa crescere ulteriormente nei prossimi mesi. Numeri che potrebbero essere anche progressivamente più alti via via che il termine si avvicina e che la crisi si allarga ai vari settori economici e commerciali. E, soprattutto, potrebbero essere solo il preludio di una nuova crisi abitativa che sicuramente risentirà delle conseguenze dei licenziamenti che prima o poi dovranno riprendere anche per permettere una ristrutturazione economica sempre più urgente.

Se Genova potrebbe arrivare a sfiorare i 2000 sfratti da smaltire, secondo le prime stime, nel resto del paese la situazione è simile, se non peggiore: nel solo comune di Milano è calcolato che gli sfratti esecutivi potrebbero essere oltre 3000, mentre per tutta la provincia di Bologna si parla di quasi 5000 pratiche pronte ad essere scongelate. Numeri simili anche a Torino e Napoli: ad essere colpite sono soprattutto le grandi città, i grandi centri universitari e turistici del paese, settori che, con i lockdown e la pandemia, sono stati praticamente azzerati. Insomma una vera e propria emergenza nazionale di cui oggi si parla ancora poco, ma che potrebbe esplodere tra pochi mesi. La prossima estate sarà decisamente torrida.

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