Genova. Circa 500 persone sono scese in piazza oggi pomeriggio a Genova per la manifestazione indetta da Cub (confederazione unitaria dei sindacati di base) contro l’obbligo di vaccinarsi contro il coronavirus previsto dal governo Draghi per il personale sanitario e invocando la libertà di scelta.

“L’obbligo impone una scelta che nel nostro ordinamento dovrebbe essere libera, tanto è vero che alle persone viene chiesto di sottoscrivere un consenso informato. Noi siamo d’accordo con questa misura, però dev’essere un consenso libero e non estorto”, spiega Maurizio Loschi, segretario ligure di Cub sanità.

In piazza sono scesi infermieri, operatori socio-sanitari, personale medico ma anche educatori professionali ed esponenti di altre categorie professionali secondo cui l’obbligo prima o poi verrà esteso anche ad altri settori. Alcuni, oltre a schierarsi apertamente contro i vaccini, erano anche contro le mascherine e durante la manifestazione non le hanno indossate.

“L’incostituzionalità è invisibile agli occhi”, “Nessuno può essere obbligato a fare da cavia”, “Erano chiamati eroi, hanno preteso che fossero cavie, adesso diventano untori”, “Io scelgo di vivere” alcuni dei cartelli e degli striscioni che sono stati esposti.

Non siamo contro i vaccini – prosegue Loschi -. Siamo critici e raccogliamo l’istanza delle persone. Noi non entriamo nel merito del motivo per cui un lavoratore fa una scelta e non facciamo propaganda per una scelta o l’altra. Ma una volta che loro hanno scelto, crediamo che non sia giusto ricattarli”.

Molti in piazza hanno messo in dubbio che i vaccini siano davvero la soluzione al Covid. “Sull’efficacia dei vaccini più che i cartelli parla l’Oms, e i bugiardini stessi confermano che c’è un grosso margine di incertezza – prosegue Loschi di Cub Liguria – E poi leggiamo tutti i giorni sui giornali che tanti soggetti vaccinati si ammalano lo stesso e possono essere comunque veicolo di contagio, anche se in forma minore”.

E a chi dice che il vaccino serve a proteggere gli altri oltre che sé stessi rispondono: “Crediamo che sia giusto il principio, ma è sbagliata la strada. Qualora, per quello che noi consideriamo un eccesso di prevenzione, il Governo dovesse decidere di non mettere a contatto dei pazienti il personale non vaccinato, non per questo gli deve togliere il lavoro e lo stipendio”.

In Liguria sono ancora diverse centinaia i professionisti obbligati a vaccinarsi che non hanno ancora adempiuto. Secondo quanto prevede il decreto Draghi, se non sarà possibile destinarli ad altre mansioni potranno essere sospesi e lasciati senza retribuzione: “Il nostro obiettivo è parlare con tutte le direzioni a tutti i livelli e spiegare loro che quella del decreto è una politica assurda e controproducente. Se dovessero espellere dalla sanità coloro che non si vaccinano, il rischio è che non si riesca a garantire l’efficienza del sistema che è già in difficoltà adesso”, conclude Loschi.

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