Genova. Se tutti i passeggeri indossano correttamente la mascherina chirurgica il rischio di essere contagiati dal coronavirus su un autobus in presenza di un passeggero infetto è molto basso e non dipende dal numero di passeggeri a bordo. È il risultato di una ricerca congiunta dell’Università di Genova e di Amt condotta da un gruppo di lavoro formato da ricercatori medici, chimici e ingegneri presentato questa mattina in via Balbi.
Dallo studio è emerso che il numero di contagi attribuibile all’uso del mezzo pubblico con una permanenza a bordo di mezz’ora in presenza di un passeggero infetto si può stimare da 4 a 17 contagi ogni 100mila utenti nel caso in cui tutti indossano le mascherine, meno di quanto si rischia normalmente al supermercato o in un luogo di culto. Se nessuno le indossasse la possibilità salirebbe quasi a 700 contagi ogni 100mila passeggeri.
Il modello di riferimento considerato è il Mercedes Citaro G, un bus snodato da 18 metri in servizio su linee di forza come l’1 e il 18. La sperimentazione è stata condotta prima con un modello virtuale, e poi dal vivo su una vettura in cui era stato posizionato un manichino che emetteva acqua nebulizzata con tracciante.
La simulazione è stata effettuata con un modello tridimensionale dell’autobus. Un sistema informatico ha calcolato l’evoluzione dell’emissione patogena di droplet – le particelle in sospensione responsabili del contagio – da parte di un soggetto infetto tenendo conto del flusso d’aria generato dall’aria condizionata e dall’apertura di alcuni finestrini alternati.
È stato trascurato l’effetto dell’apertura delle porte alle fermate e la capacità filtrante del sistema di ricircolo d’aria è stata ridotta al 50%. L’analisi virtuale hanno considerato tre diversi scenari: nessun occupante indossa la mascherina, solo i passeggeri indossano la mascherina ma non l’emettitore, tutti indossano la mascherina.
Tutti i casi analizzati conducono allo stesso risultato: vicino a una persona infetta la possibilità di contagio varia dal 12% (se nessuno indossa la mascherina) al 6% se solo l’emettitore non indossa la mascherina fino a una percentuale intorno allo 0,1% se tutti indossano la mascherina. Più ci si allontana dalla zona di emissione delle particelle contagiose più il rischio si abbassa, fino praticamente ad azzerarsi.
“Lo studio non è condizionato dal coefficiente di riempimento del mezzo – ha spiegato Carlo Cravero del dipartimento di ingegneria dei trasporti -. Ciò che condiziona è la distanza dall’emettitore e l’uso della mascherina. Il numero di persone sull’autobus è ininfluente“. Ma se ci fossero più persone positive a bordo e quindi, potenzialmente, più contagiati? “Già la possibilità che più di un positivo occupi l’autobus è già molto bassa. Ma se ci fossero altri positivi in altre postazioni non dovremmo avere una variazione significativa nei numeri che abbiamo ottenuto”.
“Spesso abbiamo sentito parlare di rischi sui mezzi pubblici ma senza dati scientifici – ha detto il presidente di Amt Marco Beltrami – Se continuiamo a usare correttamente la mascherina usare il trasporto pubblico è sicuro. Questo è il messaggio che ci sentiamo di dare: superare remore e paure e tornare a usare il mezzo pubblico. Al momento stiamo portando circa il 45% dei passeggeri che usavano i nostri mezzi nello stesso periodo del 2019 e la capienza del 50% viene superata davvero in pochissimi casi.
Del gruppo di studio hanno fatto parte Lorenzo Ball del dipartimento di scienze chirurgiche e diagnostiche integrate, Maurizio Ferretti e Valentina Caratto del dipartimento di chimica e chimica industriale, Carlo Cravero e Davide Marsano del dipartimento di ingegneria meccanica, energetica, gestionale e dei trasporti.