Bruxelles. Ema, l’agenzia europea del farmaco, ha confermato che il rapporto rischi benefici del vaccino Astrazeneca – Vaxzevria è positivo per tutte le categorie della popolazione. La nota ufficiale dell’ente è arrivata, come atteso, nel pomeriggio di oggi.
L’agenzia, che nei giorni scorsi aveva potenziato il comitato per la farmacovigilanza (Prac) con un team di esperti, è arrivato alla conclusione che sono possibili casi di trombosi connessi a una bassa presenza di piastrine nel sangue ma che si tratta, come aveva già stabilito nella prima enunciazione, di effetti estremamente rari.
La maggior parte dei casi si è verificata in donne sotto i 60 anni di età, soprattutto nelle prime due settimane dalla somministrazione della prima dose. C’è un’esperienza troppo limitata di casi per valutare gli effetti della seconda dose. Per quanto riguarda il meccanismo, si ritiene che il vaccino possa innescare una risposta immunitaria che porta a un disturbo atipico simile alla trombocitopenia indotta da eparina.
L’agenzia ha confermato l’importanza di una corretta informazione sui possibili effetti del vaccino cold (ossia non freeze, come i Pfizer o Moderna) nei confronti dei pazienti. E ha citato un’ottantina di casi gravi di trombosi, di cui 18 fatali, dal 22 marzo a oggi su 25 milioni di persone vaccinate.
Non sono quindi arrivate indicazioni da parte di Ema sulla possibile limitazione del farmaco Astrazeneca-Vaxzevria in alcune categorie di popolazione (donne giovani, ad esempio).
L’Italia non si era mossa, in merito, quindi nulla cambierà al momento ma nei giorni scorsi Paesi come Germania, Francia, Olanda, Svezia, Islanda, Finlandia e Canada avevano già deciso di limitare l’uso del vaccino riservandolo agli over60.
L’Agenzia europea per il farmaco, però, sottolinea che in presenza di determinati sintomi, chi sia stato vaccinato, dovrebbe rivolgersi quanto prima al proprio medico: respiro corto, male al petto, sudorazione delle gambe, mal di pancia persistente, vista sfocata e mal di testa forte e persistente (sintomi neurologici), piccoli punti di sangue sottocutanei dove è stata effettuata l’iniezione.
Il vaccino messo a punto da AstraZeneca è un vaccino a vettore virale ed è stato realizzato utilizzando l’adenovirus degli scimpanzè (ChAdOx1 – Chimpanzee Adenovirus Oxford 1), un virus responsabile del raffreddore comune in questi animali. Una versione indebolita dell’adenovirus degli scimpanzè (incapace di replicarsi e innocua per l’organismo umano) nella quale è stato inserito il materiale genetico della proteina Spike, viene utilizzata come vettore ovvero come tramite per introdurre nelle cellule umane il materiale genetico della proteina Spike, quella che permette al virus SARS-CoV-2 di innescare l’infezione responsabile di COVID-19. Il sistema immunitario si attiva così contro la proteina Spike e produce gli anticorpi.