Genova. Prima una coreografia di gruppo, poi un corteo intorno alla fontana di piazza De Ferrari guidato da una donna ammantata di un lungo strascico rosso. “Stiamo onorando lo spazio scenico, il rosso è il colore del sipario. Noi, insieme a questo lungo strascico, onoriamo la danza e lo spazio scenico che è il nostro tempio dove noi ci esprimiamo”. È il flash mob organizzato dalle scuole di danza nella giornata internazionale dedicata a quest’attività, per chiedere una vera ripartenza del settore.
“Siamo stati i primi a chiudere a fine ottobre e saremo gli ultimi ad aprire, perché il decreto ha fissato come data il 1° giugno noi di solito a giugno chiudiamo – spiega Isabella Ruzzier di Assodanza Italia -. Quello che stiamo subendo non ha senso, le nostre scuole sono sempre state sicure, abbiamo seguito tutti i protocolli. La danza è unita e ha bisogno di riconoscimento”.
Danza significa arte e passione, ma anzitutto lavoro per migliaia di persone. “In Liguria ci sono più di 3mila scuole – prosegue Ruzzier -. Ci aspettiamo di essere finalmente ascoltati. Abbiamo avuto pochi aiuti proprio perché siamo un settore che non è spesso riconosciuto, ma la nostra dignità di lavoratori è uguale a quella di tutti gli altri”.
Ma per molti è anche di più: “Dimostriamo di essere unite e di onorare la danza che è un grande collante e un linguaggio universale – aggiunge Alessandra Gabbi dell’associazione sport Liguria -. È un grido corale: noi viviamo di danza. Per noi è una passione diventata un lavoro, ma ci sono allievi, amici, simpatizzanti e appassionati per cui non è solo un hobby, ma una ragione di vita. Le scuole di danza sono luoghi di appartenenza, presidi sociali”.