Genova. Dopo la “pioggia di metallo” sotto il viadotto Bisagno avvenuta ieri a seguito del distacco di alcuni parti dei ponteggi del cantiere, il caso torna ad assumere una dimensione nazionale, con una nuova interrogazione parlamentare urgente che punta a fare chiarezza e a risolvere una volte per tutte il problema della sicurezza per l’infrastruttura e, soprattutto, per i residenti della zona.
A potarla in discussione a Palazzo Madama la senatrice del Movimento 5 Stelle Elena Botto, già in passato promotrice di altre iniziative simili: “E’ da anni che si trascina questa situazione pericolosa per tutti i cittadini ma soprattutto per chi vive lì sotto. Quella di ieri è stata l’ultima chiamata, se succedesse qualcosa ancora nessuno si potrebbe chiamare fuori. Tutti sarebbero colpevoli“.
Sulla questione della sicurezza del viadotto della A12 sono stati fatti esposti, interrogazioni a tutti i livelli istituzionali, ma nonostante ciò ancora ieri mattina si è rischiato grosso, con 5 assi di metallo volate letteralmente sulle case degli abitanti, sfiorando la tragedia: “Sono state tante volte annunciate interventi e risposte, ma ad oggi nei fatti sono rimaste lettera morta – sottolinea Botto – Bisogna trovare una soluzione alternativa per gli abitanti, che chiedono di essere spostati. Da una certa parte politica si sente parlare di Ponte sullo Stretto quando poi nel territorio genovese, quello del Ponte Morandi, ci sono delle infrastrutture ancora così a rischio”.
Un episodio quindi “inacettabile” di cui la risposta della azienda responsabile del cantiere non ha lasciato soddisfatti: “Non credo che i provvedimenti possano bastare – spiega la senatrice – per un cantiere del genere serve un monitoraggio costante, e certi episodio non devono assolutamente accadere. Ad oggi abbiamo perso il conto di quante volte siano stati raccolti pezzi, parti di metallo, attrezzi caduti da oltre 70 metri sulla testa delle persone“.
Oggi è prevista la prima convocazione del tavolo Pris attivato da Regione Liguria, che discuterà delle forme e delle modalità di risarcimento per i cittadini interferiti dal grande cantiere di manutenzione: “Vediamo cosa esce, alla luce di questi episodi sembra essere una mossa comunque tardiva, le istituzioni dovrebbero muoversi prima che certe cose accadano. Dopo è sempre troppo tardi”.