Genova. “Un decreto legge si fa in due ore. Ieri ho parlato a lungo col ministro Speranza perché c’è bisogno di un provvedimento nazionale”. Il presidente ligure Giovanni Toti non molla la presa e chiede un intervento del Governo per istituire l’obbligo di vaccinarsi contro il coronavirus per chi lavora negli ospedali. A maggior ragione dopo la notizia emersa ieri sera del cluster all’ospedale di Lavagna, provocato, secondo le “prime indagini” riportate dallo stesso governatore, da un operatore sanitario che non si era vaccinato.
“Io mi auguro un decreto legge che renda obbligatorio il vaccino come requisito di sicurezza per chi lavora negli ospedali. Non è una cosa stravagante, per un mese e mezzo abbiamo discusso della legge Lorenzin – ricorda Toti a Radio1 -. Com’è noto non possiamo costringere a un trattamento sanitario obbligatorio, lo può fare solo il governo centrale”.
Pochi giorni fa il Consiglio regionale aveva approvato un ordine del giorno che impegna Toti e la sua giunta a farsi promotori a livello nazionale per istituire l’obbligatorietà del vaccino per il personale sanitario. Detto fatto, anche se in quel caso i voti favorevoli erano arrivati solo dal Pd con l’astensione del resto dell’aula.
C’è poi il tema del possibile spostamento del personale vaccinato a incarichi meno rischiosi, tornato d’attualità dopo che la Procura di Genova ha ipotizzato sanzioni a carico dei datori di lavoro: “Noi possiamo cercare di non usare il personale non vaccinato nelle zone dove renderebbe più fragili altre persone, ma è complicato perché il garante della privacy non consente di avere l’elenco degli operatori che non si sono vaccinati – controbatte Toti -. È un problema serio e se ci fosse una legge nazionale che regolamenta tutto questo sarebbe molto più semplice”.
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