Genova. Gli ultimi dubbi verranno chiariti stamattina durante l’incontro tra Governo e Regioni che verterà non solo sull’ipotesi di nuove restrizioni ma anche sul nuovo piano della vaccinazione anti-Covid. Dopo il via libera per somministrare le dosi AstraZeneca a chi ha più di 65 anni scatterà una vera e propria rivoluzione, e non solo in Liguria.
Per mettere fine alla giungla delle Regioni, che hanno applicato le linee guida ministeriali ognuna a modo suo, il Governo ha intenzione di stabilire un paletto inderogabile: a fissare la priorità sarà il criterio dell’età, dai più anziani ai più giovani. A patto, ovviamente, di non lasciare a metà il lavoro iniziato: bisognerà anzitutto terminare la vaccinazione degli over 80, delle categorie prioritarie (dai docenti alle forze dell’ordine), e in parallelo proseguire con i pazienti estremamente fragili ai quali vanno somministrati i vaccini Pfizer e Moderna, con l’aggiunta esplicita delle persone con disabilità grave riconosciute dalla legge 104.
Da questo punto di vista il piano individuato dalla Liguria, che dovrà ricevere oggi il via libera, sembra già piuttosto conforme. L’idea è quella di partire il 17 marzo con le prenotazioni per la fascia 75-79 anni e la settimana dopo (23 marzo) con la fascia 70-74 anni. I vulnerabili e le categorie prioritarie prenoteranno e saranno vaccinati attraverso i medici di base fino all’età di 69 anni. Dai 70 anni in poi non si fa più distinzione tra vulnerabili e non.
“Devono essere vaccinate secondo un criterio scientifico le persone che ne hanno più bisogno, cioè quelle che molto più probabilmente finirebbero negli ospedali nel caso in cui contraessero il Covid. È stato un errore individuare categorie prioritarie, si sarebbe dovuti andare solamente per età. Se poi vogliamo dare una regola alle categorie dei lavoratori, credo che sia possibile solo dare la precedenza a coloro che in caso di zona rossa o lockdown sono costretti ad andare a lavorare nelle filiere indispensabili – ha detto il il presidente della Liguria Giovanni Toti a Omnibus su La7 -. Tutto il resto è attività di lobbying legittima, ma che non aiuta il Paese. Dobbiamo essere scientifici e rigorosi, io non ho fatto accordi con nessuno. Stiamo vaccinando gli ultraottantenni e i fragili, poi passeremo alle nuove categorie per età come immagino prevedrà il nuovo piano nazionale”.
Per la vaccinazione di massa sono previste le somministrazioni del vaccino nelle stesse strutture degli ambienti di lavoro. Saranno le aziende, eventualmente, a poterne fare richiesta. È quanto prevede la bozza del nuovo piano vaccini, secondo quanto riferito all’Ansa da una fonte che ha collaborato al dossier.
Intanto Toti continua a respingere le critiche sui numeri dei vaccini in Liguria e rilancia: “Nella nostra regione i cittadini vaccinati con la prima dose sono il 7,21% della popolazione residente, mentre la media italiana è pari al 6,69%, inoltre la seconda dose è stata somministrata al 3,1% contro 2.9% della media nazionale. Il piano di vaccinazione è congegnato in modo tale che abbiamo 18mila prenotazioni dal sistema dei medici di medicina generale che sono impegnati a raccogliere le richieste dei propri pazienti per procedere da lunedì prossimo alla vaccinazione”.
Per arrivare a 60mila vaccini alla settimana il governatore ha confermato l’intenzione di aprire ai privati. Ieri l’incontro con i principali esponenti del settore “a cui ho preannunciato una manifestazione di interesse per essere tra i primi ad aprire le vaccinazioni anche al loro mondo, a partire dalla fine del mese di marzo. Altrettanto ho fatto con i farmacisti a cui stiamo mettendo a disposizione una rete di punti vaccinali gestiti a partire dal 29 marzo. Tutto questo permetterà, da qui ai prossimi 40 giorni, di portare il sistema ligure ad un volume di vaccini al di sopra di quello attuale e sopra i 50mila alla settimana”.