Genova. Sul territorio ligure sono circa 13.400 le persone non deambulanti, con più di 80 anni o disabili gravi, che hanno diritto a ricevere il vaccino contro il Covid-19 a domicilio. Rientrano nella fase 2, quella che prevede la copertura entro la fine di maggio degli ultraottantenni e che procede in parallelo con quella della categoria degli ultrafragili.
Il silver vaccine day negli ospedali della Liguria è stato ormai il 12 febbraio scorso e al momento – secondo quanto riferito dallo stesso presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – il sistema sanitario ligure ha vaccinato il 40% degli ultraottantenni.
Sono tuttavia ancora pochissimi quelli che attendevano il proprio vaccino a casa e lo hanno ricevuto. Le Asl hanno iniziato a muoversi la scorsa settimana. Pochissimi anche quelli che hanno una data nella quale lo riceveranno. In tutto ciò spesso non è semplice né per queste persone, molto anziane, magari con problemi di udito e vista, né per i loro caregiver o tutori avere chiarimenti, informazioni, aggiornamenti sull’iter. Centralini occupati da una parte, medici irraggiungibili o occupati e comunque oberati di lavoro di segreteria.
Da mesi, inoltre, non esiste più il numero verde emergenza covid della Regione ma dal 17 marzo è stato attivato un altro numero verde, gestito da 53 operatori messi a disposizione dall’Istituto ligure del Consumo – 800938883 – per rispondere alle domande e alle segnalazioni di eventuali disguidi. Ma non a tutte le domande, queste figure di call center, possono fornire risposte diverse dal “bisogna avere pazienza”.
Come funziona la vaccinazione a domicilio. Chi ne ha diritto non deve prenotare autonomamente ma il suo nominativo finisce in un elenco a parte attraverso due modalità: o la persona è già seguita dalle cure domiciliari della Asl (per piaghe da decubito, ad esempio, o in seguito a ictus) e quindi si trova già nelle “liste” (dovrà solo firmare un documento di adesione al vaccino) oppure è il medico di medicina generale curante che, attraverso il sistema informatico Poliss, inserisce il paziente che reputa avere bisogno di vaccino a domicilio nella lista apposita. Possono quindi essere inserite anche persone che siano temporaneamente impossibilitate magari perché si sono rotte una gamba. Inoltre possono essere inseriti anche gli stessi caregiver. Il numero di persone segnalate dai medici è al momento di 8300.
Dopo questo passaggio resta solo da aspettare che la Asl contatti la persona da vaccinare o il suo caregiver fornendo la data e l’orario in cui sarà vaccinata a casa da una squadra composta da medico e infermiere.
Molti lamentano il fatto che questa chiamata non sia ancora arrivata. Come la signora Marisa, 93 anni: “Il mio medico mi ha inserito nella lista due settimane fa ma poi non ho saputo più nulla – dice – non riesco a mettermi in contatto con lui o con la Asl e vorrei solo sapere se tutto è andato per il meglio o magari se per un errore non sono in lista”. Coma la signora Marisa tanti altri cittadini anziani, molti dei quali non hanno la possibilità di contattare neppure una testata on line come la nostra.
L’attesa, spiegano dalla Asl, potrebbe essere del tutto normale. Le liste complete, grazie all’apporto dei medici di medicina generale, sono appena state redatte e al momento Asl 3 – attraverso ognuno dei sei distretti a Genova – si sta occupando di organizzare e ordinare le prenotazioni in base agli indirizzi, ai quartieri, alle strade e alle necessità per accorpare il numero delle squadre di vaccinazione. Anche perché il vaccino da utilizzare è quello Pfizer/Moderna e necessita sistemi di trasporto e conservazione particolari.