Genova. Il “tutto esaurito” è lontano anni luce, ma qualcosa sta iniziando a muoversi. Mentre l’Italia si blinda per tutto aprile con l’intenzione di contenere la terza ondata e programmare le prime riaperture da maggio in poi, gli albergatori liguri stanno iniziando a ricevere le prime chiamate per l’estate, che in qualche caso si trasformano in prenotazioni.
“I clienti cominciano a fare qualche avance, un po’ come l’anno scorso – riferisce Aldo Werdin, presidente degli albergatori del Tigullio -. Si tratta soprattutto di imprenditori lombardi e piemontesi che faranno 20 giorni o un mese di vacanza e ne approfittano per stare vicino alle loro aziende. Parliamo del periodo tra fine luglio e inizio agosto, ma siamo ancora lontani dal riempire le camere. Il turismo straniero ancora latita perché stanno aspettando di capire cosa decideranno i rispettivi Paesi”.
Non in tutta la Liguria lo scenario è lo stesso. Nel Ponente i primi contatti sono arrivati proprio dagli stranieri: “Tedeschi, francesi, svizzeri, olandesi e belgi, tutti concentrati tra luglio, agosto e settembre, mentre gli italiani per ora sono pochissimi”, racconta Americo Pilati, presidente di Federalberghi Liguria, che si dichiara ottimista con cautela: “Siamo certi che quest’estate lavoreremo molto, ma anche a settembre e ottobre, andando a recuperare qualcosa di maggio e giugno”. In ogni caso “non è vero che c’è la corsa alla prenotazione”.
Tutt’altro clima quello che si respira nel capoluogo, dove il turismo artistico e culturale è quasi del tutto azzerato fin dall’inizio della pandemia, con una breve parentesi nell’estate 2020 che ha segnato numeri molto inferiori a quelli delle riviere. “Al momento tutto tace – conferma Gianluca Faziola, presidente di Federalberghi Genova – e comunque di solito non si prenota adesso per l’estate, nemmeno negli anni normali. È prematuro fare previsioni, tutto sarà legato alle scelte del governo”.
Anche nel Tigullio prevale la cautela: “Saremo fortunati se riusciremo a fare come l’anno scorso. Molto dipenderà dall’andamento del virus e dalle vaccinazioni. Verso luglio dovremmo aver raggiunto una buona percentuale, quindi contiamo di ripartire da quel momento. Puntiamo molto sulla clientela italiana che l’anno scorso in qualche maniera ci ha salvato”.
Dalla riviera opposta arrivano invece considerazioni opposte: “L’anno scorso ci siamo fossilizzati sul turismo di prossimità, ma la prossimità per noi è anche la Francia, la Svizzera, la Germania. L’anno scorso gli stranieri hanno fatto il 33% delle presenze, ne abbiamo assolutamente bisogno per tornare all’80-90% rispetto al periodo pre-Covid. Beati gli stranieri, inutile spendere soldi promuovendo la Liguria in Lombardia e Piemonte, loro già ci conoscono”.
A provocare malumori generalizzati è il paradosso al quale il Governo sta tentando di porre rimedio: impossibile muoversi da una regione all’altra, ma via libera ai viaggi per turismo, anche se ci saranno tamponi e quarantene obbligatorie da rispettare. E in questo modo si crea indirettamente un danno agli albergatori locali. “È assurdo – si sfoga Faziola – e si fa fatica a trovare una motivazione. Razionalmente non c’è alcuna logica”.