Genova. “Devo complimentarmi con Amadeus, Fiorello e con tutti i loro collaboratori perché fare il festival quest’anno non era un lavoro facile: la sala vuota e la pressione di un paese fuori che vive, proprio in queste ore, un momento ancora di inquietudine. È stato un grande atto di coraggio“. Così il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti intervenuto alla conferenza stampa del festival di Sanremo per presentare la quarta serata che lo vedrà salire sul parco dell’Ariston per premiare il vincitore della categoria Nuove proposte.
“Quando il sindaco di Sanremo, la Rai e tutti i dirigenti mi hanno chiesto cosa pensavo di fare per il Festival di Sanremo ho risposto che ero assolutamente favorevole – prosegue il governatore – perché credo che il Covid abbia già sufficientemente piegato la nostra civiltà: ha ucciso i nostri nonni, i nostri genitori, ha spesso colpito i nostri familiari, non dovevamo consentirgli anche di piegare l’abitudine di guardare uno spettacolo che dura da settant’anni. Io questo credo che non dovessimo concederlo al Covid, anche se con tutte le limitazioni e le precauzioni del caso”.
“Sono state e saranno belle serate, anche se con un pizzico d’amaro – ha proseguito Toti -. Ieri ho incontrato le associazioni del commercio e dell’artigianato della città di Sanremo che si sono dovute fermare perché, come sapete, il Ponente della Liguria è una zona dove il virus non sta affatto scherzando e dobbiamo essere molto prudenti. Però stava un po’ nelle regole di ingaggio di questa nostra vita che cambia di minuto in minuto, come è ovvio che sia, per rispondere a una minaccia così grave”.
“Credo però che questo non cambi il segno della decisione che abbiamo preso tutti insieme di festeggiare questo momento di tradizione italiana ed è anche un momento importante, come ha ricordato Gigi D’Alessio, per il mondo dello spettacolo, un mondo gigantesco in cui ci sono tante persone che hanno fatto successo, che sono fortunate, che forse potrebbero anche permettersi di fermarsi sei mesi, ma dietro quelle persone ce ne sono tante altre che vivono del loro stipendio, della loro creatività, del loro mestiere ed è giusto che anche in questo senso sia dato un segnale di speranza: presto tanti palcoscenici come quelli dell’Ariston torneranno ad accendersi con tutte le misure necessarie” conclude Toti.