Genova. “Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce”. Questo uno dei tanti slogan urlati durante la lunga manifestazione portata nelle strade del centro cittadino da parte del collettivo femminista Non Una di Meno che per oggi ha proclamato una giornata di sciopero di tutte le donne.
Il flash mob, partito da via Colombo, teatro dell’ultimo femminicidio avvenuto a Genova, quello di Clara Ceccarelli, uccisa da decine di coltellate sferrate dal suo ex compagno: una lunga catena umana, festosa e “rumorosa”, che, unita da un lungo filo viola, ha attraversato le vie della città arrivando fino a piazza Matteotti.
Quasi duecento persone, tra cui anche molti uomini, hanno riempito le piazza davanti a Palazzo Ducale, dando vita alla performance finale, un haka femminista, in cui sono stati ribaditi i temi, sotto forma di slogan, della giornata: “Toccate una, toccate tutte, siamo la marea femminista”. E oggi l’onda è arrivata. Ancora.
“Abbiamo inventato questa coreografia, una danza di lotta e sorellanza – spiega Ariela Iacometti, portavoce del collettivo -. Ci siamo ispirate alla haka neozelandese, che è una danza di lotta, ma soprattutto noi l’abbiamo declinata come un modo per ricordare l’autodeterminazione”.
Ma in piazza arrivano anche istanze concrete: “Vogliamo un reddito di autodeterminazione perché una donna con figli ha molta difficoltà a uscire da una relazione violenta, vogliamo un salario minimo europeo soprattutto per tutti i lavori in cui siamo molto presenti, quelli di cura, l’insegnamento, le pulizie. Non possiamo essere pagate così poco perché i nostri lavori sono essenziali. Vogliamo essere pagati il giusto per il contributo vitale che diamo alla società”, conclude Iacometti.