Genova. Il Ministero della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha chiesto chiarimenti al presidente del Parco del Beigua sulle notizie relative alle indagini nell’area del Tariné. La direzione generale per il patrimonio naturalistico del ministero, dopo una segnalazione della commissione nazionale italiana per l’Unesco, ha inviato una nota in particolare per capire se le operazioni minerarie preliminari ricadano all’interno dei confini del Geoparco, o se comunque interessino in modo diretto o indiretto valori naturali del sito, caratteristiche e requisiti sulla cui base l’area protetta è stata riconosciuta sul piano internazionale.
Lo comunica l’Ente Parco sottolineando che la richiesta sottintende il rischio di perdere il riconoscimento di Unesco Global Geopark, ottenuto dal Parco del Beigua nel 2015. Nella nota di risposta al Ministero, il Parco ha ricostruito la vicenda, dagli anni ’70 fino alla recente autorizzazione alla Compagnia Europea per il Titanio per valutare la distribuzione e definire le concentrazioni delle mineralizzazioni di rutilo su area esterna al territorio del Parco ma che nei fatti, segnala l’Ente Parco, interessa anche 46 ettari della Zona Speciale di Conservazione “Beigua – Monte Dente – Gargassa – Pavaglione” e50 ettari ulteriori di Geoparco in Comune di Sassello.
“Questa parziale apertura configura dunque scenari preoccupanti”, afferma l’Ente, sia perché contraria alla strategia di sviluppo sostenibile nel comprensorio del Geoparco, sia per le gravissime ripercussioni che potrebbe avere nei confronti della salute dei cittadini e dell’integrità ambientale dell’area. “L’Ente Parco, insieme ai Comuni di Sassello e Urbe e con il pieno appoggio della Comunità del Parco, dei Comuni del distretto di promozione turistica ‘Riviera e Parco del Beigua’ e delle Associazioni locali con cui collabora – sottolinea quindi -, ricorrerà in giudizio contro questo provvedimento per confermare il suo totale diniego a qualsiasi forma di sfruttamento minerario del comprensorio del Geoparco”.
Anche il Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco si muove per avere chiarimenti e scrive al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in merito alla ricerca di Titanio nel sottosuolo del Comprensorio, sito Unesco inserito nella lista dei Geoparchi Globali.
Enrico Vicenti si è rivolto al Ministero per evidenziare i fatti di questi ultimi giorni che hanno visto anche indirizzare al Presidente della Regione, Giovanni Toti, una petizione che ha raccolto oltre 21mila firme per chiedergli di ritirare il decreto che autorizza la ricerca di Titanio.
Ma non solo: il gruppo direttivo regionale del CAI, Club Alpino Italiano, è fortemente preoccupato circa le sorti del Comprensorio del Beigua vista l’emanazione da parte della Regione Liguria del decreto autorizzativo alle ricerche minerarie all’interno del Parco. Il CAI ligure, in una nota firmata dal suo presidente regionale Giovanni Carravieri ed inviata alla Presidenza Generale, prende atto “del parere negativo espresso nel merito da parte del Parco regionale del Beigua ed esprime, profonda preoccupazione e doglianza per il provvedimento autorizzativo”. Nella lettera si legge “il Comitato direttivo regionale ligure nella riunione del 12 marzo 2021, ha esaminato e discusso nel merito l’emanazione da parte della Regione Liguria del decreto autorizzativo alle ricerche minerarie all’interno del territorio del Parco regionale del Beigua.
“Voglio ricordare a tutti che la Giunta regionale si è espressa in modo chiaro e univoco contro ogni possibilità di autorizzare attività estrattive di qualsiasi tipo nelle aree vincolate e di rilevante interesse ambientale, quindi all’interno di qualsiasi zona vincolata, protetta e tutelata ad ogni livello, sia comunitario che nazionale che regionale”. Così l’assessore alla Attività estrattive Marco Scajola.
“Voglio anche precisare che sono in costante contatto con le amministrazioni dei Comuni della zona e con la presidenza dell’Ente parco del Beigua, con i quali ho condiviso una linea comune sul rispetto e la valorizzazione dell’area”, precisa Scajola.