Genova. La giunta regionale, su proposta dell’assessore alle Attività estrattive Marco Scajola, ha approvato un argomento di giunta in cui ribadisce la propria contrarietà ad autorizzare attività estrattive invasive nelle aree vincolate e di rilevante interesse ambientale.
“Si tratta di un atto di indirizzo – spiega l’assessore Scajola -, in cui la giunta rimarca la propria linea politica: siamo contrari ad autorizzare ogni forma di attività estrattiva invasiva nelle aree vincolate e di rilevante interesse ambientale. In questo particolare contesto, ci riferiamo alla vicenda legata alla presenza di titanio nella zona del Beigua, nell’entroterra savonese”.
“Voglio sottolineare – aggiunge l’assessore – che il programma di governo di questa legislatura mette al centro degli obiettivi la valorizzazione del territorio da un punto di vista naturalistico e paesaggistico: vogliamo incentivare turismo e sviluppo anche nell’entroterra, generando opportunità e per farlo la tutela dell’ambiente è indispensabile. Non siamo contrari alle attività estrattive tout court: si tratta di realtà che generano lavoro e benessere, ma la tutela dell’ambiente è per noi una priorità assoluta. Per questo – prosegue – abbiamo avviato proprio oggi un percorso che porterà a una collaborazione sempre più stretta con l’Università di Genova per analizzare ed approfondire tutti gli aspetti ambientali e geologici del territorio ligure”.
“Per coerenza ci aspettiamo che la Regione non si costituisca in giudizio nel ricorso al Tar che stanno approntando gli enti locali insieme alle organizzazioni e associazioni del terzo settore o, ancora meglio, ritiri nelle forme consentite, il decreto stesso – commenta Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria -. Siamo contenti del coinvolgimento dell’Università di Genova, che possiede grandi competenze e da anni svolge con i propri professori e studenti le campagne naturalistiche nel comprensorio del Beigua e che potrà, con la mole di dati bibliografici esistenti, dare il proprio contributo nel rinnovare la necessità di aumentare le garanzie a protezione di questo territorio”.
Intanto la petizione lanciata dalle associazioni ambientaliste per dire NO alla miniera nel comprensorio del Beigua, ha superato le 22.900 firme in circa dieci giorni.