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Staglieno, ecco il progetto per il nuovo forno crematorio: fino a 4500 salme all’anno fotogallery

Sarà composto da tre impianti e potrà essere operativo 24h, gestendo anche salme da fuori provincia

crematorio a staglieno

Genova. Le realizzazione di un nuovo edificio equipaggiato con tre forni, sale operative e di commiato, un parcheggio pertinenziale e il riassetto di un’area totale da oltre 3300 metri quadrati. Questo il progetto presentato in anteprima dal Comune di Genova alla commissione specifica del Municipio IV Media Val Bisagno, per la realizzazione di nuovi forni crematori.

Il progetto è frutto di una proposta di project financing arrivata dall’associazione temporanea di imprese formata da Crezza srl (SO), Tempio Crematorio Lombardo srl e Schena Servizi srl, e prevede la realizzazione di un nuovo prefabbricato da 750 metri quadrati all’interno del cimitero di Staglieno, al posto dei campi 56 e 57, oggi praticamente in disuso, e l’adeguamento di tutta l’area circostante con una nuova viabilità interna e stalli di sosta per i mezzi di servizio e dei congiunti.

Una struttura che conterrà inizialmente due forni, che poi diventeranno 3 dal quarto anno, due sale commiato, stanze refrigerate, magazzini, locali per il personale. Il tutto per una spesa preventivata di oltre 4 milioni di euro, che consentirà, a pieno regime, di cremare 4500 salme all’anno, che si aggiungeranno alle oltre settemila che già vengono eseguito ad oggi dai quattro forni della Socrem, sempre a Staglieno.

piano di bacino bisagno, Staglieno, rischio geologico

La progettazione al momento non incontrato criticità rispetto ai piani di bacino vigenti per l’area: il torrente Veilino è a pochi metri, e l’area dove sorgerà la struttura (monopiano, quindi più bassa dei colombari circostanti) non è tra quelle esondabili, anche se presenta in parte zone di rischio geologico medio o moderato.

Ancora da capire le tempistiche, certo è che la pratica dovrà passare in giunta e in Consiglio comunale, prima di avviare i passaggi tecnici relativi alla progettazione esecutiva e ai lavori. “Qualcosa di strategico e fondamentale per la città – ha sottolineato l’assessore ai servizi civici del Comune di Genova Massimo Nicolò aprendo la commissione – l’uso dei crematori ha avuto un’impennata in questi anni è oggi è un servizio a cui si ricorre per oltre il 70% dei decessi, facendo circa 35 cremazioni al giorno. Il Comune è favorevole a questa progettazione“.

Una necessità ma anche un robusto business: tenendo conto che il prezzo medio di una cremazione è di circa 500 euro, le 4500 salme all’anno previste cuberanno circa 2,2 milioni di euro all’anno, di cui il 10%, ovvero 220 mila euro, saranno versate al Comune di Genova. Queste 4500 cremazioni potrebbero quindi aggiungersi alle circa ottomila (erano 7.618 su 9.587 decessi ovvero il 79,46% nel 2019, anno considerato standard rispetto al 2020) che si fanno in media ogni anno in città, per un “mercato”, quindi, che arriverebbe a sfiorare nel complesso 12.500 cremazioni, vale a dire 6,2 milioni di euro.

Durante la presentazione non è stato esclusa la possibilità che i nuovi forni possano essere utilizzati anche per cremare salme provenienti da fuori provincia, una tipologia di servizio per cui nel 2019 è stata fondata la Schena Servizi, “in seguito alla decisione della Tempio Crematorio Lombardo di offrire gratuitamente ai propri clienti con sede fuori Sondrio il servizio di “ritiro feretri” e riconsegna delle urne a domicilio”, come si legge nella scheda allegata alla presentazione del progetto.

Diversificate le reazioni da parte del territorio della Val Bisagno: se i consorzi relativi ai vari servizi legati alle attività cimiteriali, come i fioristi e i marmisti, si sono dimostrati tiepidi rispetto alla proposta, dai comitati di cittadini arrivano le critiche, in scia con il dibattito infuocato che accompagnò la prima ipotesi, poi scartata, di costruire questo impianto al cimitero della Biacca di San Biagio: a spaventare sono soprattutto l’aumento di fumi generato da un quasi raddoppio degli impianti esistenti, anche se in posizione più defilata, e “il peso” di una nuova servitù che si aggiunge a quelle già presenti nel quartiere e nella vallata, come gli impianti Amiu della Volpara, praticamente difronte al cimitero, e la nuova sede di Aster a San Felice.

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