Genova. “L’ordinanza a sorpresa del presidente Toti con la chiusura delle scuole superiori e l’immediata sospensione dei servizi scolastici in appoggio al trasporto pubblico ha riportato l’intera categoria nel dramma totale”. Nelle parole di Renzo Balbi, titolare di GenovaRent e rappresentante del mondo dei bus turistici, c’è tutto lo sconforto di chi sperava di avere scampato il peggio. E invece, tra gli effetti collaterali della didattica a distanza per tutti gli istituti, c’è anche una brusca frenata per tutte le aziende del settore che adesso rimarranno ancora a secco. E chissà fino a quando.
“Dopo i buoni risultati ottenuti nelle ultime settimane sul numero dei ragazzi trasportati dai nostri mezzi, e considerato che la maggior parte della nostra regione si trova in zona gialla, nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di dovere nuovamente fermare 200 pullman in Liguria e rimettere il personale in cassa integrazione – spiega Balbi – Gli affitti, le tasse, i leasing non si fermano e in compenso ritorniamo a non fatturare. In questa situazione molte aziende saranno costrette a chiudere anche perché di ristori ne sono arrivati pochi e solo a piccole aziende”.
Finora per gli operatori è stato un percorso ad ostacoli. Il 7 gennaio erano tutti pronti a partire, ma la Regione aveva posticipato la ripresa delle lezioni in presenza al 22 gennaio. A Genova, dopo i primi affidamenti diretti, Amt aveva aperto una procedura negoziata per le linee di trasporto urbano con durata “presunta” dal 22 febbraio al 19 marzo. I due lotti (Valbisagno-Levante e Valpolcevera-Ponente) sono stati aggiudicati per un importo complessivo di 370mila euro a Della Penna e GenovaRent, che a loro volta si avvalgono di altre aziende sul territorio. In tutto 36 vetture per garantire 637 corse al giorno.
“Al momento dobbiamo capire se ci verranno almeno pagati i costi incomprimibili – prosegue Balbi -. Il rischio è che non ci rimborsino nulla, come all’inizio di gennaio, quando avevano spostato il servizio di settimana in settimana fino al 18 gennaio senza darci alcun contributo nonostante avessimo mezzi, assicurazioni e personale pronti a partire”.
Nelle prossime ore dovrebbero arrivare risposte dalle aziende di trasporto pubblico, ma nel frattempo 1.500 lavoratori in Liguria sono ripiombati nell’incubo. Senza contare che alcune ditte, come la storica Robba di Genova, sono già state costrette a chiudere i battenti. E uno stop prolungato alla scuola – anche se per ora l’ordinanza ligure è valida solo per questa settimana – vorrebbe dire togliere ai bus turistici l’unica possibilità di essere utili a qualcuno.