Genova. Le cinque partite che Claudio Ranieri aveva indicato come la serie per capire “cosa la Sampdoria avrebbe fatto da grande” hanno dato segnali più negativi che positivi. Il bilancio è di una vittoria (Fiorentina), due sconfitte (Lazio e Fiorentina) e due pareggi, l’ultimo, rocambolesco, di questa sera contro il Cagliari.
Una partita davvero strana quella contro i sardi, perché per 70 minuti la Sampdoria era sembrata non in grado i ribattere al gol di Joao Pedro all’11’. Invece sono bastati poco più di 180 secondi per ribaltare il risultato, sfruttando due ripartenze rapide, con lanci in verticale che hanno consentito a Bereszynski e Gabbiadini di segnare due reti, interrompendo lo sterile possesso palla che ha caratterizzato la manovra blucerchiata. Il finale, al di là della polemica sul presunto fallo di mano di Pavoletti in occasione della rasoiata vincente di Nainggolan, è forse emblematico: la differenza di motivazioni è stata decisiva nell’approccio alla partita. Il Cagliari è stato aggressivo e dinamico, la Sampdoria ha accusato già fatica dopo i primi minuti. La rete del vantaggio è arrivata dopo un’azione insistita in cui, dopo la respinta di Audero sulla prima conclusione del capitano dei sardi, nessun blucerchiato è riuscito a intervenire prima dello stesso attaccante.
Il continuo movimento di Pavoletti a fare da cerniera tra centrocampo e attacco, spalle alla porta, per conquistare palla da girare ai compagni, ha messo in crisi Ekdal e Silva, che avevano già un bel daffare a gestire Nainggolan e Marin, mentre nessuno riusciva quasi mai a contrastare Duncan.
I problemi di copertura di Candreva, già visti nel derby, sono emersi nuovamente, ma stavolta anche in fase offensiva l’esterno non è stato sufficiente. Sono state davvero poche le azioni in cui la Sampdoria è riuscita a farsi vedere oltre al calcio di rigore annullato dal var di Rugani su Bakde per il fuorigioco dell’assist-man Quagliarella.
Nella seconda parte del primo tempo la Sampdoria è cresciuta, ma non abbastanza e l’unica vera occasione creata, che ha fatto infuriare Semplici, è stata un’incursione di Quagliarella nel cuore dell’area avversaria, senza però arrivare al tiro.
Nella ripresa la sostituzione di Augello con Ramirez ha visto la Sampdoria cambiare modulo, passando a tre in difesa. Dal punto di vista dell’efficacia la squadra migliora: proprio Ramirez è riuscito ad arrivare al tiro in un paio di situazioni, senza però essere davvero pericoloso. L’uno-due di Bereszynski e Gabbiadini è arrivato quando il Cagliari ha mollato un po’ la presa. La nota positiva è proprio il ritorno al gol del mancino, che sicuramente potrà dare il suo contributo nel finale di campionato, un campionato che sembra però restare in un limbo a metà classifica, senza patemi, ma anche senza ambizioni. Un campionato come quello che sta facendo il Verona avrebbe potuto essere tranquillamente giocato anche dalla Sampdoria, ma la squadra sembra essere meno compatta rispetto alla prima parte di questo torneo e forse anche meno agguerrita.
Sampdoria-Cagliari 2-2
Reti: 11′ Joao Pedro; 78′ Bereszynski; 81′ Gabbiadini; 95′ Nainggolan
Sampdoria: Audero, Bereszynski, Ferrari, Colley, Augello (46′ Ramirez), Candreva (88′ Yoshida), Silva, Ekdal (63′ Thorsby), Jankto, Quagliarella (88′ Damsgaard), Balde (63′ Gabbiadini).
A disposizione: Ravaglia, Verre, Askildsen, Regini, La Gumina, Tonelli, Leris.
Cagliari: Cragno, Ceppitelli, Godin, Rugani (87′ Calabresi), Marin (87′ Pereiro), Duncan, Nainggolan, Lykogiannis (48′ Cerri), Joao Pedro (75′ Simeone), Pavoletti.
A disposizione: Aresti, Vicario, Tripaldelli, Deiola, Klavan, Asamoah, Zappa.
Allenatore: Semplici
Arbitro: Giacomelli di Trieste
Ammoniti: Colley, Gabbiadini, Yoshida, Thorsby (S), Godin, Pavoletti, Lykogiannis (C)