Genova. Nuovo presidio questo pomeriggio dei ristoratori liguri e delle altre categorie chiuse per Covid da più di un anno. Questa volta i manifestanti si sono ritrovati sotto la prefettura genovesecontro le decisioni del governo di mantenere chiuse le attività legate alla ristorazione. Un appuntamento oramai divenuto quasi tradizionale per questi lunedì genovesi al tempo del coronavirus.
La notizia, rivelatasi poi non corretta che questa mattina a suicidarsi sotto un treno fosse un giovane cuoco, ha scatenato comunque alcune riflessioni: “Spesso non si dice che il problema del lavoro è ancora peggiore per i dipendenti, perché la cassa integrazione ammonta a 4-500 euro comprensiva di tredicesima e così non e possibile pagare affitti, mutui o mantenere una famiglia” . Maurizio Guarnaschelli di #protestaligure commenta così la drammatica decisione di Stefano La Selva, il 33enne cuoco di Moneglia che stamani si e’ tolto la vita gettandosi sotto un treno, notizia poi smentita dalla polizia ferroviaria.
LA RETTIFICA DELLA POLFER: IL GESTO NON é RICONDUCIBILE AI PROBLEMI DELLA RISTORAZIONE
Il movimento #protestaligure, che riunisce ristoratori, gestori di palestre, grossisti oggi è intanto in piazza sotto la Prefettura per ribadire la richiesta di poter riaprire in sicurezza. Davanti al palazzo del Governo hanno disteso una catena con appesi dei cartelli che sintetizzato le diverse tipologie di attività chiuse da oltre un anno. I manifestanti sperano di ottenere un incontro con il prefetto. “Cosi non possiamo andare avanti – dice ancora Guarnaschelli – ieri in corso Italia dove ho il mio ristorante chiuso c’era pieno di persone assembrate. E’ evidente che non siamo noi la causa dei contagi”.
“Vogliamo un risarcimento danni. I ristori non sono sufficienti” afferma Giovanni De Caro, il loro rappresentante. “ Continuiamo ad essere chiusi: lo Stato deve risarcirci. Chiediamo anche il blocco degli sfratti fino al termine della pandemia. Si deve pensare” continua De Caro “anche ai proprietari dei locali con un risarcimento danni concreto anche per loro”.
“Le cose sono cambiate in peggio” sottolinea il ristoratore Ivan Spagnolo “si prospetta un periodo di chiusura ancora più lungo che toglie festività importanti. Andremo avanti con la protesta fino a che qualcuno non ci darà risposte chiare perché siano già alla frutta’.
Un delegazione ha avuto un lungo incontro con il prefetto a cui è stato consegnato un documento in cui si chiedono risarcimenti e agevolazioni per le attività in crisi dopo un anno di stop. “Il prefetto – spiega Ivan Spagnuolo del comitato #protestaligure – si è impegnato a inviare al Governo il nostro documento – e a fornirci un documento riassuntivo della relazione che manderanno a Roma, visto che il prefetto ci ha spiegato che le relazioni ufficiali restano documenti riservati – in modo da poterlo comunicare ai nostri associati”.
Lunedì è previsto uno stop alla protesta visto che la Liguria, come il resto del Paese sarà in zona rossa. Senza risposte tuttavia #protestaligure ritornerà in piazza il lunedì successivo a quello di Pasquetta.