Genova. L’attività di ricerca di titanio nel parco del Beigua “senza prevedere alcun prelievo di campioni e attraverso analisi non invasive e non distruttive del suolo” consentita dalla Regione Liguria alla Compagnia europea per il titanio sembra aver “tenuto conto del rigido sistema di vincoli che tutela l’area del Parco naturale regionale e la limitrofa Zona speciale di conservazione“.
Le dichiarazioni sono del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha risposto alla Camera a un question time dei deputati di Leu, Luca Pastorino e Federico Fornaro. “Posso comunque assicurare che – riporta l’agenzia Dire – laddove emergessero in futuro violazioni della disciplina vincolistica, verrebbero prontamente attivate le prerogative di autorita’ di sorveglianza nazionale del ministero”, aggiunge Cingolani. Nella sua risposta, il ministro spiega che la Cet aveva presentato un’istanza di pronuncia di compatibilita’ ambientale ai suoi uffici, i quali avevano dichiarato l’insussistenza dei presupposti per l’attivazione di una procedura di Valutazione di impatto ambientale nazionale, rilevando l’assenza “di interventi che possano, anche potenzialmente, apportare modifiche all’ambiente naturale o al paesaggio”.
Cingolani sottolinea che nell’area del Parco è “radicalmente vietata ogni attività di sfruttamento ed estrazione mineraria e, per tale motivo, la Regione Liguria aveva già respinto un’istanza presentata nel 2015 dalla Compagnia europea per il titanio. Inoltre, nell’ambito delle Zone speciali di conservazione, come quella limitrofa al Parco regionale, opera il generale divieto di attivita’ estrattive e di apertura di nuove cave”. La nuova autorizzazione per sole attivita’ di ricerca, aggiunge il ministro, e’ stata concessa esclusivamente nell’area Zsc esterna all’ambito del Parco regionale, con specifiche cautele indicate dall’Arpal e previa intesa con l’ente Parco.