La premeditazione

Omicidio del piccolo Adam, Giulia Stanganini ha provato a far accusare il papà del bimbo fotogallery

Per il gip Riccardo Ghio la preparazione e l'esecuzione dell'omicidio sono frutto di "una mente assai lucida"

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Genova. Ha provato anche a far accusare il papà per la morte del piccolo Adam Giulia Stanganini, la donna arrestata ieri di avere ucciso il figlioletto di tre anni.

E’ quanto emerge dall’inchiesta della squadra mobile di Genova, coordinata dai pubblici ministeri Sabrina Monteverde e Stefano Puppo. La donna, un mese prima dell’omicidio, oltre ad avere cercato su internet “come uccidere un bambino”, “asfissia” e “infanticidio”, aveva cercato anche pagine web su allergie ai pinoli, morti da choc anafilattici. Nei giorni precedenti, infatti, la donna aveva accusato il padre del bimbo e la ex suocera di avere fatto mangiare al piccolo una pasta al pesto e che avrebbero potuto causare una reazione allergica ad Adam.

Fra l’altro, come hanno raccontato diversi testimoni, solo dal papà e dalla nonna paterna il piccolo, che la mamma nemmeno faceva andare all’asilo, mangiava cose diverse dagli omogeinizzati visto che né Giulia né la madre di lei cucinavano per il bambino.

Secondo gli inquirenti la Stanganini stava premeditando l’uccisione del figlioletto ma avrebbe anche cercato di farla passare come una tragedia causata dall’ex compagno che lei odiava perché l’aveva lasciata.

“L’elaborazione, la preparazione e l’esecuzione dell’omicidio – scrive il gip Riccardo Ghio – sono espressione di una mente assai lucida, capace di misurare gli effetti del proprio operato, di nascondere o cercare di celare le prove a suo carico, di dissimularle attraverso menzogne meditate e, nei casi estremi, opportune amnesie di comodo”.

Lunedì è fissato l’interrogatorio davanti al gip.

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