Genova. La Procura di Genova indaga per omicidio colposo dopo la morte di un uomo nel reparto di pneumologia dell’ospedale San Martino dove si è sviluppato un cluster di coronavirus che ha visto tra i positivi un’infermiera non vaccinata. A rivelare la notizia questa mattina è Il Secolo XIX. La vittima è Giulio Macciò, imprenditore genovese 79enne titolare di diverse agenzie di pratiche auto in città.
L’indagine è partita dopo una denuncia dell’avvocato Claudio Zadra, che rappresenta i famigliari di Macciò, ed è affidata ai carabinieri del Nas coordinati dai pubblici ministeri Francesco Pinto e Stefano Puppo. La salma dell’uomo, inizialmente trasferita a Bologna per compiere alcuni accertamenti diagnostici, verrà portata in un centro specializzato a Lucca per eseguire l’autopsia.
Macciò era entrato in ospedale lo scorso 21 febbraio per problemi respiratori, ma era risultato negativo al tampone. Così era stato ricoverato nel reparto di pneumologia del padiglione Maragliano, fino a quel momento Covid free. La tesi del legale della famiglia è che a portare il virus sia stata proprio l’infermiera che aveva rifiutato il vaccino, risultata poi positiva al tampone insieme a 14 pazienti. L’11 marzo Macciò è deceduto, ma solo due giorni dopo è emerso che si era contagiato. Gli inquirenti dovranno quindi stabilire anche se il Covid sia stato la causa della morte.
L’ospedale San Martino ha fatto sapere di essere a disposizione delle autorità competenti per agevolare le indagini. Nelle scorse ore, sul caso degli infermieri no-vax, era intervenuto duramente il sindacato Nursing Up, spiegando che la maggior parte di coloro che hanno rifiutato il vaccino lo avrebbero fatto non per convinzione personale, ma perché già contagiati negli ultimi sei mesi e quindi legittimati a rimandare l’iniezione secondo le linee guida dell’Oms e del ministero della Salute.