Genova. C’è chi ha lasciato venti euro, chi cinquanta, chi qualche spicciolo. Addirittura da Bruxelles è arrivato un bonifico da una genovese che ora la risiede: Molassana si è mobilitata in grande per sostenere il “suo” venditore ambulante di quartiere, multato lunedì scorso dalla polizia locale perchè vendeva mimose senza le autorizzazioni del caso.
Il fatto è avvenuto nell’omonima via, a pochi passi dalla rotonda del Geirato: la pattuglia di polizia locale verifica che l’uomo non ha i documenti in regola, e scatta il sequestro. Secondo alcuni testimoni (la zona è il cuore commerciale della Val Bisagno) le maniere “sono un po’ ruvide”: sequestrate le mimose, l’uomo viene identificato per procedere con il verbale.
Ma a quale punto i cittadini presenti “insorgono”: il venditore è molto conosciuto e “coccolato” da chi qui lavora o abita, “sempre gentile, mai inopportuno o insistente”, di fatto adottato dal quartiere da oltre 10 anni. Arriva un’altra pattuglia della locale di rinforzo. Gli animi si placano, e mentre gli agenti finiscono i loro rilievi di rito, scatta immediata la solidarietà: dopo pochi minuti, a fronte di un verbale da circa 5 mila euro, nella mani del multato arrivano le prime offerte.
Offerte che in un paio di giorni superano le centinaia di euro, a dimostrare l’affetto di chi conosce l’uomo. I commercianti si mobilitano e si fanno parte attiva per la raccolta: il fruttivendolo, l’agenzia immobiliare, il pescivendolo e i bar si mettono a disposizione per raccogliere il denaro necessario a “tirar fuori dai guai” l’ambulante, che con il suo lavoro, informale, certo, ma di sussistenza, mantiene se stesso e la famiglia. Se la legge è implacabile (anche se non sempre ‘ugualmente’ per tutti), la solidarietà non conosce di certo ostacoli.