Nuova ordinanza

In carcere per aver fatto a pezzi la madre, Giulia Stanganini avrebbe ucciso anche il figlio di 4 anni

Il delitto della madre nella loro abitazione di Marassi. Il piccolo era stato trovato morto 6 mesi prima

Marassi, taglia a pezzi il cadavere della madre

Genova. Giulia Stanganini, la donna di 38 anni che lo scorso anno uccise e fece a pezzi il corpo della madre, aveva ucciso anche il figlio di tre anni e mezzo. La svolta choc è arrivata oggi: la squadra mobile ha notificato una nuova ordinanza in carcere alla donna che adesso è accusata di omicidio aggravato premeditato.

Il piccolino era stato trovato morto il 22 novembre del 2019. La donna aveva detto di avere trovato il piccolo morto nel letto. Lei aveva accusato il pediatra di essere stato superficiale.

In un primo momento si era pensato a una causa naturale ma dopo l’omicidio della nonna del piccolo, la procura ha approfondito. Dalle indagini è emerso che la donna un mese prima della morte del piccolo aveva visitato su internet pagine su come soffocare le persone senza lasciare tracce ma anche le pagine “infanticidio”, “mamme che uccidono figli”, “come uccidere un bambino”.

Secondo gli investigatori la domma avrebbe ammazzato sua mamma perché era convinta della responsabilità della figlia nella morte del nipote. La nonna di Adam, secondo gli investigatori, accusava la figlia di avere causato la morte del piccolo tanto che i vicini l’avevano sentita chiamare la figlia “assassina”.

E per questo, secondo la procura, Giulia Stanganini aveva ucciso la madre Loredana Stupazzoni, bidella in pensione di 63 anni e poi ne aveva smembrato il corpo. La donna ha sempre però negato di avere ucciso sua mamma: presentandosi in questura alle 4 del mattino, aveva raccontato di averla trovata impiccata e, dopo ore in preda alla confusione, di avere fatto a pezzi il corpo per disfarsene.

I pm hanno chiesto al gip la custodia anche per quell’omicidio ma il gip ha respinto. La morte di Stupazzoni potrebbe essere compatibile con un suicidio, aveva scritto il medico legale. “Faremo appello – ha spiegato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi – perché per noi tutti gli indizi ci portano a ritenere che la Stupazzoni non si sia tolta la vita da sola”.

In effetti, la ex bidella la mattina aveva contattato la banca per fissare un appuntamento, aveva preso due volte il taxi, non aveva lasciato alcun biglietto e chi la conosceva non aveva avuto segnali di alcun tipo. Dopo la morte del piccolo Adam, però, la vita tra le due donne era diventata complicata e le liti sempre più frequenti.

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