Genova. E’ uno dei tanti giganti di calcestruzzo a ergersi fra le colline della Valpolcevera. Siamo in via Linneo, nel quartiere di Valtorbella, alle spalle di Rivarolo. Ma la differenza tra il palazzo conosciuto come “ex polizia postale” e quelli circostanti è che il primo è completamente vuoto, disabitato, inutilizzato ed esposto al degrado ormai dal 2006. C’è chi chiede che, per quanto complicato possa sembrare, ci si muova per riqualificare questo edificio.
Parliamo di circa 15mila metri quadri suddivisi tra appartamenti, uffici, cantine, spazi comuni e sale riunioni. Il palazzo è di proprietà di Egi, gruppo di Poste italiane che si occupa del patrimonio immobiliare, ed è diviso in due blocchi che “scavalcano” via Linneo.
Il primo blocco era stato destinato ad abitazioni per i dipendenti di Poste Italiane ma l’ultimo bando per raccogliere interesse era andato deserto nel 2011. L’altro blocco fino al 2006 era inutilizzato per formare i cadetti del corpo della polizia postale ma da quell’anno è abbandonato. L’unico presidio è una guardia giurata che cerca di evitare irruzioni illegittime o ancor peggio occupazioni degli appartamenti.
“Quel palazzo e gli spazi circostanti sono in preda al degrado ormai da tempo – dice Mirko Carissimo, consigliere del Movimento 5 Stelle al municipio Valpolcevera – e inoltre essendo uno spazio privato non può essere in alcun modo oggetto di manutenzione da parte del pubblico, come Movimento abbiamo denunciato questa situazione già nel 2017 ma nel frattempo non è accaduto nulla”.
Nulla o quasi. In realtà, nel frattempo, è stata approvata in consiglio comunale una variazione del Puc che consente la riconversione dell’intero stabile ad alloggi privati, residenze, e alla vendita di questi stessi alloggi. Una stima di circa un anno fa parlava di un valore complessivo di 7 milioni di euro, probabilmente rivedibili, per i 15mila metri quadri e pertinenze.
E’ per questo motivo che il M5s ha deciso di presentare una nuova mozione in consiglio municipale, per sollecitare l’amministrazione comunale su questo tema: “Quello che chiediamo è che la parte non adibita ad alloggi possa essere eventualmente acquisita dal Comune di Genova per avere nel quartiere aree ad utilizzo associativo, ludico e sociale, ad esempio salette per produrre musica, una biblioteca di quartiere, aree internet free e magari uno spazio di mostra per artisti emergenti”, dice Carissimo.
“Queste proposte rappresenterebbero un modo autentico per riqualificare lo stabile e il quartiere dando la possibilità di viverlo a chi lo abita, aumentando il livello di servizi nel quartiere ed evitare che sia vissuto solo come un dormitorio”, continua.
Un altro suggerimento sarebbe, eventualmente, l’acquisizione dell’intero stabile, nel caso si arrivasse a un’offerta conveniente, per la ristrutturazione dello stesso al fine di ricavare alloggi a canone sociale. “Per questo obbiettivo e per la creazione di spazi per la collettività – suggerisce il consigliere M5s – se ci si muovesse per tempo si potrebbero sfruttare alcuni dei bandi a disposizione, come il Superbonus 110% o il bando Pinqua del ministero dei Trasporti”.