Genova. “Vi prego, diteci che è uno scherzo”. Ormai succede sempre così: appena la famigerata striscia rossa fa la sua comparsa in una nuova strada di Genova i social si scatenano. Questa volta la pista ciclabile – o meglio, la corsia ciclabile – è spuntata all’improvviso nel bel mezzo del controviale di corso Torino, all’altezza di piazza Savonarola. Finora le avevamo viste sul margine destro della carreggiata, ma mai era capitato di trovarsele al centro. “È pericoloso, non ha nessun senso”, si sfogano i detrattori sotto le foto che denunciano il misfatto.
La spiegazione in realtà è semplice: si tratta di un errore, anche se non è chiaro da parte di chi. Il mobility manager Enrico Musso, che da mesi segue la progettazione della rete ciclabile d’emergenza, spiega: “In quel tratto sono previsti pittogrammi a forma di bici a centro corsia ogni 75 metri e pittogrammi con il limite di velocità a 30 km/h per le auto. Verranno installati segnali verticali per ricordare il limite di 30 km/h alle auto e segnali di itinerario rettangolari per le bici”.
Dunque quella bike lane non doveva essere disegnata dagli operai di Aster e nei prossimi giorni sarà cancellata. In altre parole, in corso Torino non ci sarà un vero itinerario ciclabile: le bici verranno semplicemente invitate a transitare nel controviale – dove in realtà il limite dovrebbe già essere 30 km/h da codice della strada – e dovranno comunque rispettare le normali regole di circolazione valide sulla carreggiata. Va da sé che, non essendoci spazio sufficiente per superare in sicurezza, le auto dovranno accodarsi e concedere di fatto la precedenza. La corsia rossa ricompare poi in via Rimassa per ricongiungersi al tracciato di corso Italia e corso Marconi.
Ma quindi chi ha sbagliato? “Noi lavoriamo sui progetti esecutivi che arrivano dagli uffici del Comune – spiega il presidente di Aster, Enrico Vergani, contattato da Genova24-. In questo caso era prevista una fase iniziale di test a valle della quale è stata presa una decisione diversa. Non si tratta di un errore. La soluzione dei pittogrammi è stata ritenuta meno impattante e probabilmente più in linea con le esigenze della viabilità, quindi ci siamo adeguati”. Alla fine è lo stesso Musso a prendersi la responsabilità: “Nei controviali di corso Torino non pensavo a righe rosse, però non ho controllato il progetto esecutivo: la colpa è mia, mi scuso con tutti”.
Non è la prima volta, tuttavia, che si verificano incomprensioni sulla tracciatura delle ciclabili. A luglio scoppiò il caso della pista ciclabile che tagliava la strada alle auto in via Molteni a Sampierdarena. “Un equivoco”, ci spiegò Musso prima che la segnaletica orizzontale fosse corretta e trasformata in una casa avanzata, cioè uno spazio riservato alle bici di fronte alla linea d’arresto.
Pochi giorni fa, invece, si era materializzato sulla piastra di Staglieno quello che sembrava uno scherzo più che un errore: la corsia per le bici, tracciata peraltro in un’area pedonale e quindi sostanzialmente inutile, finiva dritta in una ringhiera. I ciclisti avrebbero dovuto cimentarsi in un pericoloso salto dell’ostacolo, oppure più semplicemente ignorare la striscia rossa e pedalare altrove. “Già corretto”, fa sapere l’assessore alla mobilità Matteo Campora.
Ed ecco la soluzione: rimossa la ringhiera – che aveva la funzione di scoraggiare la sosta e l’ingresso di veicoli non autorizzati – mentre il tracciato è rimasto al suo posto.