Genova. La salita oltre l’1 dell’indice Rt, quello che dà il metro della velocità di contagio, è alla base del passaggio della Liguria in zona arancione a partire da lunedì e per due settimane. L’indice relativo alla settimana presa in esame dal ministero della Salute è infatti attorno all’1,08.
A confermarlo è il presidente Giovanni Toti su Facebook: “Si sta per concludere la seconda settimana in cui la Liguria è rimasta in zona gialla, nelle prossime ore attendiamo da Roma la decisione sulla nuova collocazione. Il nostro Rt è salito e oscilla attorno all’1,08, il che dovrebbe riportarci in fascia arancione, anche se l’occupazione dei letti in terapia intensiva e la disponibilità di posti negli ospedali sono sotto controllo”.
Questo nonostante l’abbassamento dei casi nell’imperiese – le misure della Regione Liguria hanno fatto effetto ma ormai troppo tardi – e nonostante la situazione negli ospedali (posti letto a media o alta intensità) sia ancora sotto controllo.
“Purtroppo – ha proseguito Toti – paghiamo ancora l’incidenza che era molto alta nel Ponente ligure: con le misure restrittive che abbiamo applicato i dati sono migliorati ma purtroppo la diffusione del virus negli scorsi giorni ha influenzato il nostro Rt. La Liguria resta comunque tra le regioni che meglio stanno combattendo il Covid: la scorsa settimana eravamo gli unici in zona gialla, circondati da regioni in zona arancione, ora potremmo passare in arancione mentre le altre rischiano la zona rossa e questo dimostra ancora una volta che le nostre misure, mirate, solo dove serve, stanno funzionando. Così come la decisione di far tornare precauzionalmente le scuole alla didattica a distanza: i dati evidenziano che il numero di classi in quarantena nella nostra regione nella prima settimana di marzo è triplicato rispetto allo stesso periodo del mese precedente e speriamo che con queste misure lungimiranti la curva torni a decrescere”.
Dopo due settimane di giallo, dunque, domani sera – venerdì – arriverà la comunicazione ufficiale mentre per l’ordinanza che la certificherà bisognerà attendere sabato.
Cosa cambia con il passaggio alla zona arancione. Le chiusure per bar e ristoranti anche a pranzo. Chiusi anche i musei. Con la zona arancione bar e ristoranti sono chiusi per la consumazione sul posto, ma restano aperti per l’asporto dalle 5 alle 22. I locali classificati come “bar e altri esercizi simili senza cucina” (codice Ateco 56.3) e “commercio al dettaglio di bevande in esercizi specializzati” (codice Ateco 47.25) non possono effettuare vendita d’asporto dopo le 18. La consegna a domicilio è consentita in tutti gli orari. Restano aperti i punti ristoro lungo le autostrade, in stazioni, aeroporti e terminal marittimi oltre che i ristoranti degli alberghi, solo per i clienti che vi alloggiano. Tornano a chiudere i musei che, in zona gialla, potevano restare aperti durante i giorni feriali.
Restano chiusi anche piscine, palestre, impianti sportivi al chiuso. I centri sportivi sono accessibili per l’attività individuale all’aperto. Chiudono nuovamente i musei, che invece potevano aprire in zona gialla, e restano chiusi teatri e cinema. Sono sospesi gli eventi fieristici e congressuali.
Zona arancione, quando si può uscire dal proprio comune
La misura principale della zona arancione è il divieto di spostamento dal proprio comune di residenza, ma esistono diverse eccezioni. È consentito uscire dal proprio comune:
– per ragioni di necessità, studio, lavoro o salute compilando il modulo di autocertificazione (scaricalo qui)
– se si abita in un comune con meno di 5mila abitanti per spostarsi entro un raggio di 30 chilometri, ma in ogni caso è vietato raggiungere i capoluoghi di provincia
– per svolgere attività sportiva, ma esclusivamente per questo motivo, e comunque terminando lo spostamento nel comune di partenza
– per raggiungere la propria seconda casa, anche fuori regione (questo è ciò che è emerso ieri dalle agenzie di stampa, ma il governo non si è ancora pronunciato con le Faq).
Si ricorda che è sempre in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5, violabile solo con una valida autocertificazione per ragioni di necessità, studio, lavoro o salute.
Seconde case. Come chiarito da diverse settimane, è sempre possibile raggiungere una seconda casa, anche in un’altra regione a prescindere dal colore, a patto che si tratti di un’abitazione di cui si possa dimostrare la proprietà o l’affitto antecedente al 14 gennaio, e che a spostarsi sia solamente il nucleo familiare. Dunque non è possibile invitare amici o altri parenti
Visite a parenti o amici. È sempre in vigore la limitazione agli spostamenti verso abitazioni private, che vale a prescindere dal colore della regione. È consentito visitare una sola casa abitata, una volta al giorno all’interno del proprio comune, massimo due persone (non si contano minori di 14 anni e conviventi disabili/non autosufficienti). Se ci sono ragioni di necessità (ad esempio assistere un parente disabile) non ci sono limitazioni agli spostamenti, basta compilare l’autocertificazione in caso di controlli.