Genova, Domani, venerdì 5 Marzo Arci Liguria si mobilita con una serie di presidi in tutte le province liguri per ribadire la propria disponibilità nella campagna vaccinale e per chiedere rispetto
L’appuntamento a Genova è dalle 10.30 sotto la Prefettura per rilanciare la necessità di adeguati ristori per il mondo dell’associazionismo ad oggi non pervenuti e per ribadire la disponibilità già comunicata e manifestata alla Regione Liguria e alle ASL competenti di mettere a disposizione il sistema dei circoli per la campagna di somministrazione del vaccino anti-Covid.
“È un anno che questo Paese, insieme al mondo, vive nell’emergenza” afferma il Presidente di Arci Liguria Walter Massa. “È un anno che questo Paese si comporta di conseguenza, ma un anno non può più essere considerato emergenza, neppure con tutta la buona volontà. Valeva prima sui tamponi, vale oggi sui vaccini. E se emergenza deve ancora essere, le scelte conseguenti vanno per lo meno spiegate e vanno colte tutte le energie civiche e sociali per superarla, una volta per tutte”.
Ad oggi, il mondo dell’associazionismo, di cui Arci fa parte con centinaia di circoli e decine di migliaia di soci, “non ha ancora ricevuto né ristori né sufficiente accesso al credito, come tutte le altre categorie. Questa discriminazione sta mettendo in seria difficoltà un’organizzazione in cui lavorano centinaia di persone e in cui sono coinvolte migliaia di persone, progetti e altri enti” ricorsa l’Arci.
Il senato ieri ha approvato il ddl n. 2066 (conversione in legge del decreto-legge 14 gennaio 2021, n. 2) inserendo tra le modifiche l’emendamento richiesto da Acli, Arci e Forum del Terzo settore per la somministrazione di alimenti e bevande anche nei circoli ricreativi e culturali, con le norme applicate per le medesime attività agli esercizi privati. La Camera dovrà ora approvare in via definitiva il Decreto entro metà marzo.
“E’ un provvedimento più volte da noi sollecitato – commenta Francesca Chiavacci, Presidente Arci – che arriva dopo mesi di battaglie e di mobilitazione dei nostri circoli in tutta Italia, per metter fine ad una incomprensibile e ingiusta discriminazione che ha fortemente penalizzato il mondo dell’associazionismo. Si tratta però di un provvedimento non risolutivo per superare la drammatica crisi dei circoli, con le sedi chiuse da mesi, le attività sospese, gli affitti e le utenze da pagare e ancora in attesa dei fondi previsti dal decreto Ristori bis”.
La fiducia di circoli e terzo settore è ai livelli minimi in particolare dopo la vicenda che riguarda il credito agevolato alle associazioni, misura arrivata in ritardo rispetto alle altre categorie e che al contrario di quanto è avvenuto per le aziende, non è stato rinnovato.
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