Ora basta!

Cantiere viadotto Bisagno, residenti sul piede di guerra: “Bucci si faccia sentire col ministro”

L'esasperazione dei cittadini in una lettera indirizzata la primo cittadino: "Sappiamo della sua fitta corrispondenza col nuovo ministro, ci difenda"

Viadotto Bisagno, il cantiere sopra le case

Genova. Dopo gli ultimi episodi di cronaca legati alla caduta di alcune tavole da cantiere sulle case nei pressi del viadotto Bisagno, i residenti tornano ad alzare la voce per chiedere alle istituzioni di trovare rapidamente una quadra e sciogliere nel più breve tempo possibile una convivenza, quella tra il grande cantiere e gli abitanti della zona, divenuta oramai insostenibile.

E chiamano in ballo il sindaco Marco Bucci, spronandolo a portare al nuovo ministro delle infrastrutture, Enrico Giovannini la loro vertenza: “Visto il fitto scambio tra il sindaco Bucci e il ministro Giovannini, chiediamo al primo cittadino di Genova di portare a conoscenza la nostra situazione il prima possibile, per procedere con l’iter iniziato tempo fa dallo stesso ministero, senza dover piangere poi vittime, questa volta sotto il Bisagno – scrive Chiara Ottonello, fondatrice e coordinatrice del comitato ‘Abitanti sotto Ponte Bisagno’ – . È necessario che si porti a compimento il trasferimento definitivo degli abitanti di via Salita delle Gavette”.

Il riferimento è ad un post del primo cittadino pubblicato la settimana scorsa, in cui il sindaco riferisce che “Continua il dialogo con i ministri Enrico Giovannini e Giancarlo Giorgetti per poter usare gli 88 milioni di euro, già stanziati per il nuovo ponte Genova San Giorgio, per realizzare il progetto del Parco del Polcevera e il Cerchio Rosso, la rigenerazione degli spazi sotto il nuovo viadotto”. Da qui la sferzata dei residenti delle Gavette per far sì che anche la loro vertenza possa essere portata avanti dalle istituzioni cittadine.

Istituzioni cittadine che, come è noto, in passato hanno avuto rapporti non propriamente distesi con la De Micheli proprio sulla questione: l’ex ministro, infatti, lo scorso settembre rese nota una lettera inviata a Tursi riguardo l’individuazione di un percorso “per la cessione consensuale al Comune delle predette abitazioni da parte dei proprietari, con riconoscimento dei relativi valori immobiliari ai proprietari medesimi” – come recita la missiva citata dal comitato nella nota stampa – La copertura dei costi occorrenti per le cessioni immobiliari, previa definizione dei valori immobiliari con i cedenti, nonché per la demolizione dei relativi fabbricati, potrà rinvenirsi nelle somme poste a disposizione da Autostrade per l’Italia S.p.A. (già consultata per le vie brevi) in favore della comunità ligure”.

viadotto bisagno comitato residenti ministro

Una lettera che però non ha più avuto seguito a nessun livello, tanto che nella prima seduta del tavolo Pris tra Regione, Comune e abitanti (riunione che preceduto il successivo incontro con Aspi), di fatto è emersa la difficoltà a perseguire questa strada, ovvero quella della ricerca di alternativa abitative sulla falsa riga di quanto fatto con le abitazioni di via Porro nel mesi successivi al crollo di Ponte Morandi, a causa della mancanza di una legge o un decreto ‘romano’.

In mezzo a questi rimpalli, ancora un volta, i cittadini: “Chiediamo che le istituzioni, sia liguri che nazionali, si mettano al nostro fianco per difendere un diritto costituzionale, quello all’incolumità e alla vita, difendendo i cittadini nei confronti delle inadempienze di Autostrade”. La richiesta dei 50 abitanti di via delle Gavette rimane una sola: “Proseguire la strada intrapresa dal Mit, assicurando al più presto il trasferimento immediato e definitivo a tutti coloro che vivono sotto il viadotto Bisagno“.

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