Convenzione

Affitti “equi” per studenti e anziani, così il quartiere sotto il ponte di Genova rinasce e dribbla il rischio gentrification

Pronto lo schema di passaggio dal Comune a Spim degli immobili disabitati dal 14 agosto 2018 ma non abbattuti. Saranno riqualificati da un punto vista energetico e architettonico

Case via Porro

Genova. Sarà affrontato questo venerdì in commissione consiliare il tema della trasformazione dei palazzi di via Porro e Campasso, sotto il viadotto Polcevera, disabitati dal 14 agosto 2018 ma non demoliti insieme al ponte Morandi.

La giunta comunale presenterà la delibera con lo schema di convenzione tra il Comune, proprietario degli immobili dopo l’applicazione del decreto Genova, e Spim, la società immobiliare partecipata al 100% dallo stesso Comune.

Di fatto i civici 5, 6, 11 di via Porro e i 29 e 41 di via Campasso, per un valore complessivo di 5 milioni e 296 mila euro, passeranno al patrimonio di Spim che si occuperà di ristrutturarli e riqualificarli dal punto di vista architettonico ed energetico e poi di assegnarli per lo più con affitti a canone moderato con vincolo da 25 anni.

L’obbiettivo duplice dell’operazione è ripopolare il quartiere sotto il ponte e dare una soluzione abitativa alla cosiddetta “fascia grigia”, quelle persone non abbastanza ricche da potersi permettere le case in affitto o in vendita sul libero mercato ma non abbastanza povere da accedere alle graduatorie per gli alloggi Erp. Rientreranno in questa categoria, in base alla stessa convenzione, tutti i nuclei familiari il cui reddito complessivo non superi i 32 mila euro.

Ma la volontà del Comune di Genova, attraverso Spim, è di dare vita a un mix di studentati e silver housing, alloggi per persone anziane, in modo da favorire così anche lo scambio generazionale e arricchire il tessuto sociale della zona.

Stiamo parlando di circa 130 alloggi. Lo schema della convenzione non prevede che l’housing sociale debba essere realizzati in tutti (alcuni potranno quindi essere venduti) ma almeno per la maggior parte.

Il Comune di Genova manterrà in sua proprietà alcuni bassi, box e negozi (per un valore complessivo di 235 mila euro) che potranno essere destinati ad attività sociali e associative.

Il passaggio della delibera con lo schema di convenzione in commissione consiliare e poi la votazione in consiglio comunale dovrà avvenire a stretto giro. L’amministrazione infatti vuole chiudere la partita al più presto e, al più presto, iniziare i lavori in modo da poter anche sfruttare le opportunità determinate dai superbonus per le ristrutturazioni.

Via Porro e via Campasso, a rischio desertificazione dopo il crollo del Morandi e dopo mesi di cantieri per il nuovo ponte, hanno una chance di rinascita. Collocate in maniera strategica tra Sampierdarena e Certosa, ben collegate con il centro città grazie alla vicina fermata della metropolitana, saranno al centro del futuro Parco del Polcevera, ideato dall’architetto Stefano Boeri.

Teoricamente, quelle case, se la rivoluzione urbanistica avverrà, avrebbero potuto acquisire un valore non indifferente (pensiamo all’aumento dei prezzi degli immobili nei “nuovi quartieri” di altre città come Milano o Torino).

In questo modo Comune e Spim manterranno un prezzo calmierato per le abitazioni e non rischieranno l’effetto gentrificazione né quello guscio vuoto, “tanti appartamenti per pochi super ricchi” (non che il Campasso sia equiparabile al quartiere del Bosco Verticale di Milano, tant’è).

In futuro, sempre in via Porro, sarà ristrutturata e restituita alla cittadinanza la vecchia palestra, grazie a un accordo tra Comune, Rfi e Hitachi Sts.

Nei giorni scorsi è stata riaperta al pubblico la Radura della memoria, arricchita di un infopoint dove si potranno scoprire, passo dopo passo, le fasi della realizzazione del nuovo quartiere.

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