Opinione

Vaccino anti Covid, Bassetti: “Aprire al farmaco russo ha senso, Aifa da che parte sta?”

"Soprattutto dopo la decisione di limitare l'Astrazeneca agli under 55", dice il virologo intervistato da un sito legato all'agenzia di stampa internazionale Rossiya Segodnya

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Genova. “Aprire al vaccino russo sarebbe ancora di più oggi una decisione di buon senso alla luce dell’ultima decisione di Aifa di limitare il vaccino di AstraZeneca ai meno anziani”. Così Matteo Bassetti, virologo e direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, torna a parlare del farmaco messo a punto da Mosca. Lo fa in un’intervista sul sito web Sputnik, media legato a un’agenzia di stampa russa e che, casualmente, ha quasi lo stesso nome del vaccino, Sputnik V.

Secondo Bassetti la decisione di Aifa di limitare il vaccino Astrazeneca agli under 55 “è difficile da comprendere e in contrasto con quanto stabilito dall’Ema, l’agenzia europea del farmaco, e che metterà in ulteriore difficoltà la già precaria campagna vaccinale per gli anziani”. Per questo pensare a una opzione in più non dovrebbe essere un’ipotesi peregrina. “La domanda che mi pongo è questa – azzarda il virologo – da che parte sta Aifa? Da che parte stanno alcuni suoi dirigenti? Spero dalla parte dei medici e dei pazienti. Anche se non ne sono proprio sicuro”.

Matteo Bassetti auspica una valutazione dello Sputnik V da parte dell’Ema e, “perché no, si potrebbe provare ad attuare una partnership per la produzione. Noi in Italia siamo un grande produttore di vaccini, abbiamo i reattori, che potrebbero essere convertiti, così da rendere possibile una cooperazione per la produzione del vaccino”.

L’atteggiamento dell’Europa e dell’opinione pubblica nei confronti del “vaccino di Putin” è stato legato ad alcuni fattori. “Inizialmente sembrava di vivere un periodo di vacche molto grasse, come si dice in Italia – dice il professor Bassetti – ci si aspettava di avere tantissimi vaccini da altre quattro aziende”.

Ma la questione è anche scientifica e se i russi vorranno proporsi all’Ue dovranno modificare la loro prassi. “In Russia si è seguito un approccio diverso, cioè di non andare verso una fase 3, ma di fermarsi alla seconda. C’è stata una critica anche da un punto di vista scientifico. Sono certo, se chi produce il vaccino vorrà approcciarsi all’Europa presenterà tutti i dati all’Ema, si potrà arrivare ad una decisione più rapida possibile”, conclude Bassetti.

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