Genova. Sono circa 16mila, secondo quanto rilevato dalle associazioni dei consumatori, le multe dei semafori intelligenti T-Red per errata canalizzazione già annullate in autotutela dal Comune di Genova. Una carneficina che Tursi ha deciso di bloccare dopo l’ondata di proteste aggrappandosi a una dichiarata “anomalia” nella segnaletica orizzontale.
Ma adesso, fermo restando che le 15mila sanzioni per il passaggio col rosso non verranno cancellate, rimangono 9mila verbali teoricamente irrecuperabili perché già pagati o per i quali è trascorso il termine dei 60 giorni per presentare ricorso.
“Stiamo cercando una soluzione per restituire gli importi, ma soprattutto i punti della patente, ai cittadini che si sono dimostrati meritevoli avendo già pagato la sanzione – conferma l’assessora agli affari legali Lorenza Rosso, che ha messo in moto l’avvocatura del Comune per trovare una scappatoia legale -. Il problema è che, quando si paga una multa, si fa un atto di acquiescenza e quindi diventa difficile annullarla. Stiamo preparando una serie di quesiti per avere risposte in modo che il comandante della polizia locale possa firmare il provvedimento senza compiere azioni illecite”.
Delle 9mila multe già pagate “secondo noi 5mila rientrano nei 60 giorni e pur essendo pagate vi si può ricorrere – spiega Furio Truzzi, presidente di Assoutenti Liguria e punto di riferimento per il comitato dei telemultati genovesi -. Per le altre, invece, stiamo studiando un’azione collettiva di tipo amministrativo”, cioè un ricorso al Tar e non davanti al giudice di pace.
Gli uffici di Tursi si muovono sul filo del rasoio, anche perché il tesoretto in ballo è sostanzioso (tutte le multe per violazione delle corsie di canalizzazione hanno fruttato oltre un milione, al ritmo di 42 euro a verbale) e, in caso di annullamenti illegittimi, il rischio è che si presenti alla porta anche la magistratura contabile.
Per annullare le multe non ancora pagate il Comune si è praticamente auto-accusato di aver predisposto una segnaletica non abbastanza chiara: “Non c’era alcun problema di omologazione delle telecamere. Il problema è che se l’utente vede solo una freccia di canalizzazione corre il rischio di sbagliarsi, perché se ha due vetture davanti potrebbe non notarla e sbagliare in buona fede”, spiega l’assessore alla sicurezza Giorgio Viale.
È il caso, ad esempio, del famigerato incrocio tra via Cantore e via San Bartolomeo del Fossato. Anche se non tutti gli incroci controllati dai T-Red presentano questo problema e, viceversa, nella stessa via Cantore ci sono situazioni in cui le frecce sull’asfalto sono ripetute.
In ogni caso, per ovviare a questa presunta mancanza, “in corrispondenza degli incroci abbiamo installato la segnaletica verticale che è incontrovertibile“, dice l’assessore.
E infatti davanti agli impianti T-Red, oltre ai cartelli che avvisano della presenza del semaforo intelligente, sono comparsi quelli che mostrano lo schema della canalizzazione. Poco importa, tuttavia, perché dall’8 febbraio i cambi di corsia non vengono più rilevati dagli impianti semaforici e non lo saranno nemmeno in futuro. “La segnaletica verticale, per una questione normativa, non ci consente più di rilevare in automatico quel tipo di infrazione – sostiene Viale – quindi le multe potranno essere date solo in presenza di personale che accerti la violazione sul posto”.
La bufera legata alla strage di multe ha anche messo in stand-by il piano per installare nuovi semafori intelligenti. “C’era un elenco già pronto, ma al momento è tutto fermo in attesa di risolvere questa situazione”, conferma Viale senza rivelare i prossimi incroci monitorati. I T-Red continueranno a funzionare per multare i furbetti del semaforo rosso (compreso chi oltrepassa la linea d’arresto con due ruote), ma non mieteranno più vittime tra chi non rispetta la segnaletica. Che – è bene rammentarlo – resta un’infrazione punibile secondo il codice della strada.