Genova. Quasi cento multe nel corso di tutto il 2020 e il rischio concreto di trovarsi ben presto con una serie di patenti sospese e perciò dipendenti non più abilitati alla guida. La scure dei semafori intelligenti T-Red colpisce anche gli autisti Amt e, dopo il richiamo arrivato a novembre direttamente dal comando della polizia locale, ora la questione potrebbe assumere risvolti ben più difficili da gestire per l’azienda.
Da quanto risulta a fonti sindacali, l’anno scorso Amt si è vista recapitare 29 multe per il passaggio col rosso e 69 per il mancato rispetto delle corsie di canalizzazione. Il problema è che ognuno di questi verbali corrisponde alla decurtazione di 2 punti dalla patente, che vengono raddoppiati in caso di infrazione notturna. Al momento risulta avviata una sola contestazione disciplinare nei confronti di un autista che ha ampiamente oltrepassato la soglia delle dieci multe collezionate in servizio, non ancora sospeso in attesa di accertamenti.
“Qui rischiamo una strage – commenta allarmato Andrea Gamba, segretario regionale della Filt Cgil – perché, se si perde forza lavoro, l’azienda si troverà costretta a fare nuove assunzioni. Il problema riguarda soprattutto il semaforo di via Cantore all’incrocio con via San Bartolomeo del Fossato. La linea aerea dei filobus è tutta spostata verso sinistra, quindi viene naturale agli autisti seguire quella corsia, anche se sarebbe riservata alla svolta. Ogni volta che succede scatta la multa. Così è un massacro”.
In bilico non ci sono tanto i posti di lavoro – anche se l’azienda può sempre avviare procedimenti disciplinari che in casi estremi possono portare al licenziamento – quanto gli organici del personale addetto alla guida. In attesa di recuperare la patente sospesa un autista può passare ad altre mansioni (verifica dei titoli di viaggio o controllo), ma nel frattempo servirà qualcuno per sostituirlo, con una coperta che già adesso è piuttosto corta.
“Al momento non ci risultano persone sospese, ma se non si interviene succederà in breve tempo – avverte Giuseppe Gulli della Uiltrasporti -. Inoltre c’è anche un problema di natura economica, perché l’azienda può rivalersi delle sanzioni e le decurtazioni possono toccare il 30-40% dello stipendio. E se in Amt è difficile essere licenziati, pensiamo che invece chi lavora in aziende privati, come i corrieri, se perde la patente perde il lavoro”.
Ed è probabilmente anche alla luce di queste situazioni – che riguardano non solo Amt ma anche le altre partecipate Amiu e Aster, oltre ai tassisti che svolgono comunque servizio pubblico – che il Comune di Genova ora sta valutando la sussistenza dei presupposti legali per annullare queste sanzioni, mentre in parallelo le associazioni dei consumatori stanno tentando la strada dei ricorsi. Strada che, in maniera abbastanza paradossale, potrebbero intraprendere le stesse società di Tursi se non si troverà una via d’uscita.