Genova. Due anni e mezzo, trenta mesi dal crollo di ponte Morandi che ha causato la morte di 43 persone. Si rinnova il San Valentino di dolore per i parenti delle vittime che anche quest’anno, come gli ultimi due, si sono ritrovati sul ponte delle Ratelle e poi nella radura della memoria in via Fillak per ricordare i loro cari con un omaggio floreale.
E mentre la città ha ricostruito e celebrato il nuovo viadotto che riunisce le sponde del Polcevera, sono ancora molte le ferite aperte per chi ha perso qualcuno in quel tragico 14 agosto. Il processo non è ancora iniziato e l’incidente probatorio sulle cause del crollo – in pratica un’anticipazione della prova nella fase delle indagini – rimarrà fermo fino al 18 febbraio per consentire ai periti degli indagati di acquisire il software usato dai tecnici della Procura per i calcoli di tiraggio dei cavi.
Nel frattempo si è insediato il nuovo governo di Mario Draghi e sul tavolo c’è ancora il dossier delle concessioni autostradali, impantanato da mesi. Crescono i timori di chi spera nella revoca, anche perché l’attuale premier fu colui che, da direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni ai Benetton tra il 1999 e il 2000. Probabile, invece, che l’esecutivo possa portare a termine il processo di cessione di Autostrade dalla holding Atlantia al consorzio capeggiato da Cdp.
Nel frattempo il comitato dei parenti delle vittime del Morandi presieduto da Egle Possetti ha già annunciato che chiederà una serie di incontri col nuovo governo per assicurarsi che i riflettori sul tema della gestione delle infrastrutture non si spengano.
“Non possiamo attendere anni per una doverosa giustizia, che potrebbe non giungere mai – scrive in una nota Possetti -. Restano aperte due questioni per noi fondamentali: il dossier Autostrade, che attende una soluzione consona all’immane tragedia avvenuta, al rispetto delle finanze dei cittadini e dell’immagine della nostra nazione; il dossier giustizia penale, che deve migliorare l’iter e la durata dei processi penali”. Per questo, annuncia Possetti, “chiederemo incontri quanto prima con il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri Marta Cartabia ed Enrico Giovannini. Auguriamo buon lavoro al nuovo esecutivo, siamo rispettosi e silenti ma non rassegnati”.