Genova. Sarà tutto basato sulla narrazione e sulla tecnologia con l’obbiettivo di raccontare le storie di chi è partito alla ricerca di una vita migliore il futuro Museo dell’Emigrazione nazionale per cui questa mattina si sono aperti i lavori.
Il progetto, sostenuto dal Mibact e realizzato dal Comune di Genova in collaborazione con la Regione Liguria e con il contributo della Compagnia di San Paolo, era stato presentato nel giugno del 2018. Dopo anni difficili per Genova – pochi mesi avvenne il crollo del ponte Morandi – e dopo la soluzione di alcuni contenziosi, i cantieri di adeguamento funzionale della Commenda di Pré sono finalmente partiti. L’obbiettivo è di aprire il museo entro la primavera del 2022.
“Sono molto orgoglioso che sia Genova a ospitare questa struttura che sarà un riferimento a livello nazionale – dice il sindaco di Genova Marco Bucci – questo è un tema che mi tocca molto, io stesso sono stato un emigrante in passato, quello di cui sono certo è che anche i visitatori di questo museo saranno toccati da un punto di vista emotivo”. Il sindaco auspica che i lavori possano procedere rapidamente: “Spero che sia applicato il modello Genova” afferma.

Il Mei sfrutterà al massimo le moderne tecnologie, dalla possibilità di avere audioguide in ogni lingua alla realtà aumentata. Gli architetti di Gnosis Progetti hanno pensato, in dialogo con la sovrintendenza, a grandi vetrate che proteggano ma rendano più luminosi i piani alti della Commenda. Questo permetterà anche un adeguamento energetico dell’intera struttura. Cambierà anche il piazzale davanti al museo, dove sarà piantato un ulivo. “Vogliamo che la memoria arrivi anche in maniera subliminale”, ha spiegato l’architetto Infantino.
Il Mei racconterà l’emigrazione italiana dall’Unità d’Italia al Novecento ma non è escluso che possa spingersi anche più in là: “I musei sono strutture vive – dice il sindaco Bucci – non escludo che possano ospitare testimonianze anche contemporanee legate a quello che sta succedendo nel mondo”.
Qualche mese fa il consiglio comunale genovese ha approvato una mozione per valutare di portare all’interno del Museo dell’Emigrazione Barca Nostra, il relitto di un peschereccio salpato dalla Libia e affondato, nell’aprile 2015, al largo di Lampedusa con a bordo oltre mille persone, tra uomini, donne e bambini.