Cultura

Museo di Palazzo Bianco chiude le aule didattiche. Pd: “Altro colpo per la cultura e i suoi spazi”

Il servizio didattico del museo perde i suoi spazi. Crisina Lodi: "Presenterà interpellanza"

Mostra palazzo bianco post covid

Genova. “Durante la pandemia, nel silenzio del lockdown, il Museo di Palazzo Bianco ha perso le aule dedicate alla didattica in virtù di un trasferimento dei locali dell’assessorato alla cultura che si è spostato da Palazzo Ducale. Queste aule come verranno restituite alla città?”

Questa la domanda che il capogruppo in consiglio comunale per il Partito Democratico intende presentare attraverso un’interpellanza in Sala Rossa: ” Il sistema museale genovese è sempre stato un fiore all’occhiello di questa città – scrive in una nota stampa – Purtroppo, dall’insediamento della giunta Bucci, assistiamo ad una lenta e graduale involuzione del sistema, in quanto l’amministrazione comunale valuta la qualità esclusivamente in termini di accessi e biglietti. I musei sono spazi di conoscenza che custodiscono la storia della città nelle diverse epoche, per questa ragione occorre avere una visione strategica per farli conoscere oltre i confini regionali e nazionali attivando politiche comunicative e di relazione con altri musei, e valorizzando anche il capitale umano disponibile nell’organico del Comune”.

Secondo il Partito Democratico si sta assistendo ad una vera e propria “delegittimazione di chi dirige i musei ed i servizi a essi connessi in funzione di consulenti esterni, chiamati a fornire un contributo alla valorizzazione dei musei, ma che in realtà orientano le scelte dell’assessorato alla Cultura, assumendo ruoli di curatela delle mostre che non sono previsti dal contratto. Così anche uno dei servizi di pregio dei musei genovesi, quello relativo ai servizi didattici, dai musei del polo di Strada Nuova fino al museo di Villa Croce, viene rimosso.
In questo modo si privano i giovani genovesi, futuri cittadini, della conoscenza della storia della città attraverso progetti didattici specifici sulle opere di importanti artisti italiani (Veronese, Lippi, Caravaggio, Guido Reni, Guercino, Cambiaso, Strozzi) ed europei (David, Memling, Rubens, Van Dyck, Zurbaran, Murillo), presenti nelle collezioni museali”.

“Evidentemente questa amministrazione comunale non ha proprio compreso che i Musei non sono solo luoghi rispetto ai quali calcolare gli accessi, ma spazi di crescita culturale rivolti alla comunità – conclude – Spazi in cui sia possibile attivare processi di partecipazione e condivisione dei saperi, evidentemente l’amministrazione non è interessata a rendere i genovesi partecipi e consapevoli della nostra prestigiosa storia”.

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