Genova. È un cantiere continuo la metropolitana di Genova dove sono in corso da mesi lavori che mettono fuori uso scale mobili e ascensori, costringendo i passeggeri a fare le scale. A volte sono guasti estemporanei che si tenta di risolvere sul momento, ma più spesso si tratta di manutenzioni che richiedono tempi di intervento piuttosto lunghi, a volte necessarie per la fine della vita tecnica degli impianti ausiliari.
Come quello sulla stazione di Dinegro, da anni al centro di un calvario fatto di degrado urbano, accessi chiusi e impianti fuori servizio. La notizia è che a fine marzo dovrebbe essere completata la realizzazione della copertura per la scala mobile esterna sul lato monte di via Buozzi, inagibile da anni anche per via dei danni provocati dalle intemperie.
Il progetto per la tettoia in vetro e cemento era stato fornito dallo studio di Renzo Piano, scelta di prestigio che però ha complicato i passaggi burocratici e posticipato l’inizio del cantiere. L’impianto in sé è finito, manca solo la struttura e l’obiettivo di Amt è finire prima del mese di aprile.

Restando sempre a Dinegro, si attende l’esito del collaudo di Ustif per la scala mobile interna. Resta invece chiuso – e dunque ostaggio dell’immondizia – l’accesso di Levante sul lato mare (cioè dal parcheggio di interscambio) a causa delle norme anti Covid che impongono di separare i flussi per evitare il più possibile gli incontri frontali tra le persone. Lo stesso motivo per cui a Brignole è interdetto il collegamento con la stazione ferroviaria, come deciso da Rfi con l’approvazione della Polfer.
Dopo mesi di ritardi e disagi sono invece regolarmente in funzione le scale mobili nella stazione di Sarzano-Sant’Agostino, la più profonda della brevissima linea genovese, che dopo il lungo intervento di riparazione è stata adottata da Terna nell’ambito del progetto di brandizzazione perseguito da Comune e Amt.
In tutto sono 27 le scale mobili e 18 gli ascensori nelle otto stazioni della metropolitana di Genova. Dopo quasi 30 anni di vita tecnica sono in corso di sostituzione quelli di Brin. Uno dei due impianti dovrebbe tornare in funzione entro febbraio. Anche in questo caso tutto dipenderà dal collaudo di Ustif – l’ente del ministero dei Trasporti che accerta la sicurezza – che potrebbe anche imporre interventi aggiuntivi e quindi un nuovo slittamento. Stesso discorso per uno degli ascensori di Dinegro per cui si prevede il ripristino entro un mese e mezzo, massimo due mesi.

A Principe fa mostra di sé un cavo elettrico penzolante sulla banchina, attaccato a un gruppo di prese di corrente in un’area malamente recintata. Da quanto comunicano fonti dell’azienda si tratta di una pompa installata provvisoriamente per risolvere un problema di infiltrazioni d’acqua. I fili sono isolati, assicura Amt, quindi nessun rischio per i passeggeri. Di sicuro non è un bel vedere.

Di tutt’altro calibro invece il cantiere che costringe periodicamente alla chiusura anticipata della metropolitana alle 21. Si tratta della sostituzione integrale del sistema di segnalamento con interventi importanti nel deposito di Dinegro e nei pressi del capolinea di Brin, un piano finanziato da ministero dei Trasporti e Comune che richiederà ancora mesi di pazienza, anche se i disagi sono solo in orario serale.