Genova. Piste ciclabili? “Se fosse possibile bisognerebbe accelerare. Ne vanno fatte di più e prima, se servono per le biciclette figuriamoci per i monopattini. La direzione è quella giusta”. Dopo la tragedia di Marassi, che ha sollevato un vespaio di polemiche sulla sicurezza di questi veicoli, il mobility manager del Comune di Genova Enrico Musso non ha dubbi: nessuna marcia indietro sul progetto della “rete d’emergenza” che sarà invece potenziato ed esteso nei prossimi mesi anche al Ponente cittadino.
La dinamica dell’incidente che ha causato la morte di Federica Picasso, giovane madre 35enne finita schiacciata dalle ruote di un camion in via Monticelli, è ancora al vaglio degli inquirenti. Secondo gli agenti della sezione infortunistica della polizia locale la donna avrebbe perso il controllo del monopattino, forse a causa di una buca sull’asfalto. L’altra ipotesi è che il mezzo pesante l’abbia urtata o agganciata. Il casco, regolarmente indossato, non le ha salvato la vita. E in quel tratto la corsia ciclabile non c’è.
Ma allora, accertato quanto può essere pericoloso andare nel traffico con un veicolo così leggero, una corsia ciclabile non protetta non finirebbe per aggravare il problema? “Se venisse realizzata al posto di un percorso in sede propria direi di sì – risponde Musso – ma nel nostro caso sarebbe al posto di nulla. Meglio una corsia disegnata sull’asfalto piuttosto che niente“.
Linea di pensiero condivisa peraltro dalla Fiab e dalle associazioni per la mobilità green che hanno spinto perché il Comune realizzasse gli itinerari ciclabili. “Ovviamente sarebbe meglio realizzarle protette, e dove possibile faremo così. Ma ci vogliono soldi e tempo”, precisa il mobility manager di Tursi.
E allora ecco che all’orizzonte prendono forma i prossimi progetti. “Anzitutto completeremo gli ultimi pezzi del percorso in Valbisagno e tratti di raccordo in corso Torino, a Brignole, in via Fiume, nella parte discendente di via XX Settembre per tirare giù dritti fino a piazza della Vittoria. Poi sistemeremo ciò che manca ancora in zona Fiumara. Tutto questo entro febbraio”.
Poi partiranno i lavori per tracciare la “corsia rossa” lungo tutta la sponda sinistra della Valpolcevera. Dalla zona di piazza Montano, dove termina l’itinerario che collega il centro a Sampierdarena, le bici percorreranno via Reti, via Fillak e tutta la strada fino a Pontedecimo. Si tratterà anche in questo caso di una bike lane promiscua, che potrà essere impegnata anche da altri veicoli ma permetterà di distinguere almeno visivamente la zona di carreggiata percorsa da bici e monopattini. Un’altra pista ciclabile nascerà sulla sponda destra fino all’Ikea, “ma sarà strutturata e dovrà passare per la progettazione esecutiva”, spiega Musso.
Per il futuro – non così prossimo – si guarda anche al Ponente: “Stiamo iniziando a ragionare su un collegamento che si sviluppi lungo la nuova via Cornigliano e sull’asse di Sestri e Pegli dove non sarebbe difficilissimo immaginare percorsi su strada o su marciapiedi larghi disabitati da usare in maniera promiscua. A Pra’ ci sono già alcuni tratti di pista ciclabile realizzata a margine di altri lavori. Tra un anno, un anno e mezzo pensiamo che anche quella direttrice possa essere completata”.
Sul fronte della sicurezza l’assessorato di Matteo Campora sta iniziando a valutare la possibilità di vietare ai monopattini (ed eventualmente anche alle bici) alcune vie considerate pericolose, ma la battaglia più calda è quella per il casco obbligatorio, già supportata da una mozione approvata in Consiglio comunale. La sentenza del Tar di Firenze, che ha dichiarato illegittima l’ordinanza del sindaco Nardella, non esclude la possibilità che un provvedimento simile possa arrivare dai dirigenti piuttosto che dal sindaco. L’obiettivo di Tursi è arrivare a imporre l’uso della protezione, anche se nell’episodio specifico di via Monticelli non è servita a salvare una vita.
E poi c’è il tema della condizione del manto stradale che potrebbe essere stato la causa dell’incidente di via Monticelli, ma qui il condizionale è ancora obbligatorio. E dopo la polemica tra il vicesindaco Piciocchi e il presidente del Municipio Bassa Valbisagno Ferrante interviene anche Musso: “L’asfalto deve essere in ordine perché è inevitabile che spesso una buca possa favorire la caduta del veicolo”. Le indagini diranno il resto.
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