Genova. “Da quanto amministro questo territorio abbiamo continuamente morti da piangere. Sono stufo, mi si rivoltano le budella”. È un fiume in piena Massimo Ferrante, presidente del Municipio Bassa Valbisagno, zona della città che ieri in via Monticelli ha visto l’ennesimo incidente stradale dalle tragiche conseguenze.
Le indagini devono ancora fare luce sulla dinamica, ma una delle piste più battute è che a far perdere il controllo del monopattino elettrico alla 35enne Federica Picasso, madre di una bimba di sei anni, travolta da un camion che era diretto al casello dell’autostrada, sia stata un’irregolarità del manto stradale. Una delle tante a Marassi e dintorni.
“Corso De Stefanis, via Torti, via Fea, via Loria sono un macello. Un membro delle forze dell’ordine che non posso citare mi ha detto che la prossima vittima sarà in corso Galliera – continua Ferrante – . La colpa è di chi lascia il manto stradale in quello stato. Aster destina 180mila euro a municipio per riasfaltare le strade. Sapete cosa vuol dire? Che una strada viene riasfaltata dopo due anni“. Nel mirino finiscono anche i lavori per la posa della fibra ottica che troppo spesso sfociano in rattoppi pericolosi proprio nelle porzioni di carreggiata dove passano bici e monopattini.

Intanto il sindaco Bucci e l’assessore Campora hanno annunciato una mobilitazione nazionale per cambiare le regole: casco obbligatorio per gli utenti di questi veicoli e possibilità per i Comuni di vietare alcune strade. “Ma il sindaco può già chiudere alle biciclette, e quindi ai mezzi equiparati, le strade ritenute pericolose – attacca Ferrante – e istituire il limite dei 30 km/h. Non serve aspettare una normativa nazionale. Forse dovrebbero prendersi la responsabilità di farlo, anziché continuare a promettere”.
È ancora presto per dire se l’avvallamento nel tratto iniziale di via Monticelli abbia causato l’incidente mortale, ma intanto stamattina è comparso un cartello che segnala il pericolo nello stesso punto. Che le condizioni pessime dell’asfalto siano una fonte di pericolo per i monopattini, che a differenza delle biciclette hanno ruote piccole molto più sensibili alle asperità del terreno, è un dato oggettivo. Il Municipio aveva lanciato l’allarme anche sulle corsie ciclabili d’emergenza tracciate di recente, ma la tragedia di ieri è avvenuta in un tratto senza alcun percorso specifico per i bici e assimilati.
La Bassa Valbisagno deteneva già il primato genovese degli investimenti pedonali, un dramma silenzioso che dopo anni ha indotto Tursi a investire per adeguare i primi attraversamenti con nuova segnaletica luminosa per renderli più visibili. “Sono stanco di avere ogni volta un lutto da gestire e condoglianze da fare – conclude Ferrante -. I cittadini le pagano tutti i genovesi, ma alcune zone della città sono all’abbandono. Forse non sarà colpa di nessuno, ma non si può sempre dire che è colpa di qualcun altro”.
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