Attesa

Impianti sciistici, a Santo Stefano d’Aveto pronti ad aprire: “Ma per una settimana sarebbe una beffa”

Santo Stefano D’Aveto. La neve per ora non manca, come ben sanno i moltissimi skialper e ciaspolatori che hanno affollato le montagne della Val D’Aveto nelle scorse settimane. Le piste sono pronte perché, nonostante la chiusura imposta dal governo, il lavoro sulla neve è stato fatto. Ora però anche a Santo Stefano D’Aveto i gestori degli impianti sciistici attendono certezze, dopo il via libera arrivato oggi dal Cts per la riapertura dal 15 febbraio, ma solo in zona gialla.

“Se ci faranno riaprire ben venga, ovvio che riapriremo – dice Pietro Squeri, direttore dei servizi della Ski area, che porta gli sciatori da Rocca D’Aveto alla vetta del monte Bue – ma la verità è che un parere positivo del Cts non dà ancora certezze sulla riapertura. Occorrerà attendere le valutazioni del venerdì sui colori delle zone e siamo preoccupati del rischio di riaprire magari per una settimana”.

Gestire un impianto a fune, anche se di piccole dimensioni come a Santo Stefano, ha infatti costi non indifferenti: “Ci sono i soldi per battere le piste, il gasolio per far andare gli impianti e quello per i dipendenti”. A Santo Stefano questo significa una quindicina di posti di lavoro con contratti che vanno aperti: “Tra impianti e rifugi da noi lavorano una quindicina di persone al giorno e solo aprire i contratti ha un costo. Poi le persone devono essere pagate anche se magari dopo una settimana di fanno chiudere. Sappiamo bene che c’è un rischio sanitario ma senza polemica ricordiamo che in zona arancione gli ipermercati sono aperti e noi chiusi. Si poteva trovare una via di mezzo” aggiunge Squeri in riferimento alla proposta delle Regioni di aprire al 50% anche in arancione con obbligo di mascherina ffp2.

In un inverno che suona come una pesante beffa vista la quantità di neve caduta da metà dicembre quindi la Ski Area è pronta ad ospitare gli sciatori liguri e non solo se sarà consentito ma le preoccupazioni restano: “Speriamo di non trovarci a buttare i soldi e chiudere in perdita perché in questa situazione se siamo sfortunati e ci capita un week end di brutto tempo e magari a seguire la zona arancione ci possiamo ritrovare a perdere anche 10-20 mila euro”.

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