Genova. C’erano il questore Vincenzo Ciarambino e il procuratore capo Francesco Cozzi a illustrare i dettagli dell’operazione Crack and co. della squadra mobile che questa mattina ha portato all’esecuzione di 14 misure di custodia cautelare nei confronti di altrettanti cittadini senegalesi per un’attività di spaccio di cocaina, eroina e crack molto organizzata e fiorente, concentrata in particolare nella zona di Prè in centro storico. “Ancora nei giorni scorsi è arrivato un esposto dei cittadini del centro storico – ha ricordato il questore Vincenzo Ciarambino – che lamentano situazioni di degrado e che vengono poi portate all’attenzione anche della Procura”.
A parlare della situazione del centro storico è stato poi in particolare il procuratore Cozzi che ha ricordato come da un lato, anche se non si tratta di un aspetto che compete alla Procura né alla questura “dove avanza la legalità arretra il crimine e quindi più fioriscono attività legali e sociali in centro storico più si allontana la criminalità organizzata”.
Dall’altro, per rispondere alle lamentele dei residenti circa il fatto che gli spacciatori arrestati poi tornano a svolgere la medesima attività, Cozzi ha ricordato come sia fondamentale “il tema dei rimpatri, che è un tema su cui noi non può incidere ne la magistratura né la polizia che li propone e li esegue quando ha possibilità, vale a dire che possiamo agire solo se ci sono accordi internazionali”.
“Con il Senegal – ha specificato Cozzi con riferimento diretto all’operazione di stamani – per esempio questi accordi non ci sono e in generale sono più i Paesi con cui non abbiamo accordi che viceversa”. Un aspetto su cui la procura non commenta ma un dato resta certo: “Le misure di espulsione possono essere eseguite laddove vi sono accordi internazionali”.