Analisi

Covid, Bassetti: “Italia fanalino di coda sui sequenziamenti, servono a intercettare le varianti”

Solo un’indagine genica su mille positivi. E sui vaccini: “Astrazeneca anche agli under 65”

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Genova. Nelle prossime ore anche la task force di Alisa dovrebbe fare il punto sulla consistenza di varianti specifiche di Covid-19 nella nostra regione. Nei giorni scorsi si era parlato di alcuni casi di “variante inglese” ma ancora non ci sono cifre ufficiali relativamente alle varianti sudafricana e brasiliana, particolarmente temute perché con un’alta capacità di infezione.

Il problema è che, in Liguria come nel resto del Paese, non è semplice ottenere questo tipo di informazioni. “Purtroppo siamo il paese in Europa che fa meno sequenziamenti, 1 su 1000 positivi – dice il direttore della Clinica di Malattie infettive del San Martino in un post su Facebook – e invece occorre investire in questo tipo di attività per metterci al passo del resto d’Europa, più sequenziamenti in tutti i laboratori del nostro paese”.

Secondo Bassetti, e non solo secondo lui, “sapere se circolano nel nostro paese, ceppi di SarsCoV-2 mutati è di fondamentale importanza – scrive – avere un cluster di infezioni da SarsCoV-2 sostenuto dalla variante inglese o da un virus non mutato è molto differente, le varianti sudafricana e brasiliana sono più contagiose anche perché presenti in elevata quantità nella saliva, possono reinfettare soggetti già infettati precedentemente e potrebbero sfuggire al vaccino”, avverte il virologo.

“Ma in Italia cosa sappiamo delle varianti? – si chiede Bassetti – Siamo in grado oggi di determinare le sequenze geniche dei virus isolati in tutti i laboratori?”.

Il professore torna anche a parlare di vaccini, e del farmaco Astrazeneca e di quello russo, il famigerato Sputnik. “Credo che andrebbe esteso anche alla fascia tra i 55 e i 65 anni e forse anche più – aggiunge – su quello russo che fino ad una settimana fa era visto da molti come inadeguato e di scarso valore, oggi si corre ai ripari incensandolo come eccellente. Io non ho mai avuto dubbi sulla qualità della ricerca e della tecnologia russa: risultati infatti sono molto buoni. Anzi ottimi. Mi auguro che nella gestione della pandemia con il nuovo governo ci saranno meno decisioni ideologiche e più metodo scientifico e buon senso”, conclude.

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