Rapporto

Coronavirus, non tutti ci hanno rimesso: a Genova la sanità privata è cresciuta del 15,6%

Tiene l'industria manifatturiera, numeri drammatici per il turismo. Mondini (Confindustria): "Siamo in tempo per un 2021 non disastroso"

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Genova. Da una parte una buona tenuta dell’industria manifatturiera, che ha già imboccato la strada della ripresa, dall’altra la situazione ancora gravissima dei servizi e in particolare del turismo, che non vedono la luce in fondo al tunnel. In mezzo alcuni settori che dalla pandemia hanno anche guadagnato qualcosa.

È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Confindustria sugli indicatori economici dell’economia genovese nel secondo semestre del 2020, integrati dalle previsioni per il 2021 che confermano un moderato effetto rimbalzo col segno positivo sul primo semestre.

“C’è stata una discreta tenuta, anche se non possiamo parlare di dati buoni – commenta il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini -. L’industria manifatturiera ha tenuto quasi sopra le attese. Questo significa che l’industria quando può esprimersi lo fa. Purtroppo soffrono i servizi. Dove ci sono contratti flessibili ci sono già stati molti licenziamenti. Se l’industria del turismo non ripartirà entro fine aprile, maggio, la situazione sarà difficile. Al momento c’è molta incertezza, nessuno riesce a pianificare una riapertura per Pasqua”.

In un panorama di rovine, a spiccare è il dato eccezionale registrato dalla sanità privata. Rispetto al periodo luglio-dicembre dell’anno scorso le aziende del settore hanno incrementato il fatturato del 15,6% e le prestazioni del 9%. Il costo del lavoro è addirittura diminuito dell’8% e gli occupati sono aumentati dello 0,5%. Un balzo che si può facilmente mettere in relazione alla pandemia: con l’emergenza Covid negli ospedali e il blocco delle attività elettive sempre più pazienti si sono rivolti ai privati, oltre al forte aumento di richieste per i laboratori diagnostici che eseguono tamponi e test sierologici.

Col segno più davanti ci sono anche il comparto bancario e soprattutto quello assicurativo che hanno visto crescere il fatturato del 16,8% mentre la dinamica dell’occupazione è ancora negativa (-2,3%). Nel settore del credito, la raccolta diretta presso la clientela è aumentata dell’8,5%, ma crescono anche gli impieghi (1,4%) e l’occupazione è ancora in diminuzione (-2,2%).

L’industria manifatturiera mostra segnali di risveglio che fanno ben sperare. Rispetto al secondo semestre 2019 sono cresciuti la produzione (1,1%), il fatturato verso l’Italia (8,6%), gli ordini verso l’Italia (1,6%) e anche gli occupati in organico (0,5%). Negativi invece il fatturato e gli ordini verso l’estero (-2,5% e -4,4%).

Un contributo determinante lo hanno dato le aziende del settore metalmeccanico che hanno venduto molto anche all’estero. In contrazione anche la cantieristica navale e soprattutto il settore high-tech: il giro d’affari verso la clientela italiana ha registrato una diminuzione dell’1,9% e il fatturato estero una flessione del 2,6%. Tuttavia le aziende esprimono fiducia per il 2021. Bene le industrie alimentari che hanno aumentato la produzione (2,7%), il fatturato nazionale (8,2%) e quello estero (13,1%).

Continuano a soffrire i trasporti e la logistica: rispetto al 2019 negli ultimi sei mesi è crollato il fatturato sia italiano (-14,7%) sia estero (-4,5%). A pesare è ovviamente la contrazione dei traffici nel porto di Genova, che ieri ha comunicato gli ultimi dati, negativi ma con qualche spiraglio di luce.

Dopo l’azzeramento di arrivi e presenze nel periodo marzo-maggio, a giugno è arrivata una parziale ripresa del turismo, con flussi molto inferiori al periodo pre-Covid ma importanti per contenere le perdite dell’anno. Il merito è stato soprattutto dei viaggi brevi degli italiani che hanno fatto registrare lo 0,5% di presenze in più rispetto a luglio-ottobre 2019. In ogni caso il fatturato italiano è andato a picco (-37,6%) insieme agli occupati (-10,9%). Drammatico il crollo delle presenze straniere (-55,8%). A risentire della situazione è stato più il settore alberghiero (-33,7% sulle presenze) che quello extra-alberghiero (-17,5%).

Per il periodo gennaio-giugno 2021, nonostante le molte incognite legate allo sblocco dei licenziamenti, si attendono un aumento del fatturato dell’1,8% e una risalita dell’occupazione (0,4%). “Anche a gennaio la produzione industriale è stata buona – commenta Mondini – La sensazione è che siamo ancora in tempo per avere un anno non disastroso. Ma almeno da maggio bisogna ripartire col turismo. Non capisco  come sia possibile dopo un anno non prevedere lo stress sugli ospedali e di conseguenza pianificare e riaprire le attività”.

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